Le 300 tonnellate di aiuti che Robin raccoglie da sola
Ogni mattina, tranne a Natale, Robin Bialecki si alza alle cinque e fa il giro dei supermercati di Easthampton, in Massachusetts, dal Big Y allo Stop & Shop, dove recupera i generi alimentari invendibili perché vicini alla data di scadenza ma ancora commestibili. Una volta alla settimana fa il giro delle aziende agricole della zona, come la Mountain View Farms, che le donano le patate, le mele e le cipolle non abbastanza belle per passare il test dei grandi distributori. In questo modo, ogni anno raccoglie circa 300 tonnellate di cibo gratuito che il centro comunitario di Easthampton impacchetta o cucina per i più bisognosi. «Il mio furgone è in servizio letteralmente ogni giorno – dice con un sorriso –. E i miei figli mi dicono che non faccio altro che mendicare». Era nata come attività di volontariato nel 2000, quando Robin lavorava ancora in un ufficio legale, poi, 18 anni fa, è diventato un lavoro a tempo pieno. Molto pieno. Perché Robin, che ha 73 anni, è l’unica dipendente retribuita del centro. Lavora dalle 70 alle 80 ore a settimana e guadagna 32.400 dollari lordi l’anno. Tre anni fa aveva deciso di andare in pensione, ma è rimasta di fronte all’ondata di fame che ha investito la sua città, come tutti gli Stati Uniti, dopo la pandemia. «Prima del Covid servivamo circa 1.000 nuclei familiari. Oggi ne seguiamo 3.500, con quasi 2.000 bambini», dice Robin, che preferisce parlare del bisogno che vede ogni giorno snocciolando numeri «per non diventare troppo emotiva». Ma dietro le oltre mille tonnellate totali di cibo che Robin e una decina di volontari smistano ogni anno, ogni mese ci sono volti nuovi, «fra le persone che hanno bisogno di un piccolo aiuto ogni tanto e quelle che fanno parte del nostro programma regolare», spiega. La pandemia infatti ha portato a un aumento di quasi il 60% dell’insicurezza alimentare nello Stato del Nordest americano, mentre la percentuale di bambini che non hanno abbastanza da mangiare è più che raddoppiata. Infatti, alle 9 di mattina di un lunedì, la folla di uomini e donne con la borsa della spesa vuota di fronte all’Easthampton Community Center deborda dal marciapiede e inonda il parcheggio. All’interno, i volontari distribuiscono latte, uova, pane, carne surgelata, frutta e verdura, mentre sotto una tenda un altro gruppo consegna sacchetti di cibo in scatola e confezionato, alcuni per adulti, altri per bambini. Robin, la cui folta criniera di capelli bianchi sembra essere dappertutto, dirige il trambusto. «Nel dicembre 2020 il governatore del Massachusetts ha raccomandato alle mense per i poveri di non chiedere più documenti d’identità o tessere della previdenza sociale per accedere al cibo – continua Robin mentre organizza la fila –. Da allora nutriamo chiunque si presenti, senza fare domande. Il che è una benedizione, ma finanziare le necessità del centro è diventata una sfida». L’associazione fa parte della rete delle Food Banks del Massachusetts occidentale, riceve finanziamenti dal dipartimento dell’Agricoltura e conta molto sulle donazioni private. Ma non basta mai. «Abbiamo aggiunto giornate di distribuzione in altri posti, come la parrocchia cattolica di Our Lady of the Valley. Ma abbiamo scoperto che raggiungere un punto di distribuzione è un ostacolo per molti. Allora da due anni, dal giovedì alla domenica, i volontari fanno anche consegne a domicilio a 200 famiglie ogni settimana». Il centro dona generi alimentari e vestiti anche rifugiati provenienti da Afghanistan, Haiti e Ucraina e offre prodotti kosher e halal. «Aiutiamo tutti? No. Ma ci proviamo», dice Robin, che, mentre cerca di far fronte all’aumento dei prezzi degli alimenti, sogna di aprire un rifugio per chi è senza fissa dimora, anche solo diurno. «Da tempo pensiamo che ci dovrebbe essere un posto dove potersi riposare e fare una doccia. Ma non abbiamo lo spazio – spiega –. Già distribuiamo cibo e vestiti, ma se i senza tetto avessero un posto dove fermarsi qualche ora, sentirsi al sicuro, magari prepararsi per un colloquio di lavoro, il nostro lavoro sarebbe più completo. Se Dio, vuole, il prossimo anno». Intanto, la pensione può attendere. © riproduzione riservata
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