mercoledì 12 aprile 2017
Dunque un bel giorno io e alcune-i altre-i stiamo provando a spiegare al funzionario di un'istituzione
– non importa quale – che saremmo disponibili a offrire le nostre variegate competenze per realizzare un certo obiettivo. Un impegno civile per il bene comune: i volontari italiani, in svariati settori, sono più di 6 milioni e mezzo, capitale Milano con 80mila persone che danno vita a 3mila associazioni.
Il funzionario ci scruta. Esamina l'offerta, la scandaglia, la guarda da tutti i lati. Prova ad alzare il tappeto: vediamo un po' cosa c'è sotto. Niente, in verità. Non stiamo cercando soldi, né incarichi, né posizioni, né prebende, né candidature, o poltrone, o seggiole. Neanche uno sgabello. Solo qualche riconoscimento per essere efficaci. Solo la gioia di poter condividere l'impresa e godere convivialmente del bene eventualmente conseguito.
Incredibile. Non per soldi ma per amore: è mai possibile?
Mi raccontano di un famoso calciatore che a un certo punto decide di fare qualcosa di importante in favore della regione poverissima dov'è nato, e dove è ancora il suo cuore. Ci prova in tutti i modi. Niente da fare. La burocrazia erge muraglie invalicabili.
Quando i soldi sono la misura unica, tutto il resto è sospetto. Anche questa, forse, è una delle tante lontananze tra la politica e il mondo.
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