mercoledì 18 gennaio 2012
Chi allontana l'orecchio per non ascoltare la legge, persino la sua preghiera è spregevole (Pr 28, 9).

La fede è conquista di verità costruita sulla storia, dono preziosissimo per immaginare il futuro, parole fondate da fatti, sentiero di bene donato al genere umano. Dire «io credo» e non vivere il mondo, la storia, l'umano come straordinaria avventura è mentire, vestire di falso il proprio linguaggio. Fede priva di fatti, senza opere, è vuota di senso. Assurdo chiamare il cielo in causa senza compromettere il proprio guadagno, senza rischiare, senza condividere i frutti raccolti. Una fede senza opere è malata, carità donata sottovoce dal giusto è invece fede professata senza parole, parole di Dio scritte sul pentagramma del mondo. Chi il cuore trattiene lontano dal giusto percorso, dalla legge del vero, chi per proprio vantaggio sceglie il proprio forziere a danno degli altri, pronuncia soltanto parole vuote, blasfeme le rivolge al cielo, che rimane chiuso per chi parole soltanto pronuncia e giustizia non vive. «Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me» (Mt 15,8), gridava il Maestro, e il suo verbo ancora risuona nel tempo e colora di senso ogni espressione credente. Ascolta la legge chi dice di credere, pratica la giustizia chi del Maestro vuole essere discepolo.
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