mercoledì 4 febbraio 2004
Cara Lucia, ascolta: è il vento. Arriva dal torrente che corre sotto la nostra casa e si infrange sui sassi macchiati dal muschio" Ci sei entrata da ragazza e da giovane sposa: ha protetto le nostre paure e le nostre ore felici. Ora, con Anna, sei tornata quassù per sempre. Non so se è vero che risorgeremo, ma so che l'appuntamento potrebbe essere qui. Chissà se mi puoi sentire: io non ti ho mai cercata tanto. Dicono che il primo amore non si scorda mai, soprattutto, penso, quando è anche l'ultimo. In un arco breve di tempo Enzo Biagi, giornalista a tutti noto, lo scorso anno ha perso la moglie e una figlia. Anch'io ho conosciuto Lucia e Anna; anzi, per loro ho pregato durante il ricordo liturgico qui a Milano, davanti all'amico Enzo, circondato da tutti quelli che gli sono più vicini e cari. Qualche mese fa Biagi ha voluto scrivere una Lettera d'amore a una ragazza di una volta, cioè a sua moglie, il primo e ultimo suo amore, un libro commovente (ed. Rizzoli). Commovente nella sobrietà e purezza di sentimenti, estrema confessione d'amore, costruita sulla memoria di una vita trascorsa insieme, nei suoi splendori e nei suoi travagli, nei suoi successi e incontri importanti e nella quotidianità semplice e modesta dell'esistenza. Ho voluto che i miei lettori
ascoltassero nel loro cuore le ultime parole di quella Lettera, scritta a Pianaccio, la frazione ove nacque Biagi e ove egli immagina che ritornerà a incontrare la sua Lucia con la figlia Anna per l'appuntamento finale, oltre il tempo nella creazione risorta. E' una lezione d'amore, velata dalle lacrime ma dolce. Non esige commenti o applicazioni. Sarebbe bello solo che molti lettori potessero dire alla loro moglie o al loro marito, nella vita e nella morte, le stesse parole di Enzo Biagi: «Il primo amore non si scorda mai, soprattutto quando è anche l'ultimo».
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