sabato 7 settembre 2013
Mi immergo in un libricino, esile raccolta di tre racconti di Vassilij Grossman, il grande scrittore russo autore di Vita e destino. Uno dei racconti ci parla di una cagnetta randagia, che vive raminga felice della sua libertà, imparando a sopravvivere e a muoversi nel mondo, fino a che non viene catturata. La sua intelligenza la fa scegliere per una pericolosa missione nello spazio. Viene sottoposta a un durissimo addestramento, e lo scienziato che dirige il progetto diventa il suo padrone. Per amor suo la cagnetta rinuncia totalmente alla sua libertà. Lo scienziato, duro e spietato, si umanizza ma non al punto da rinunciare, per la cagnetta, al progetto. Vuole che per la prima volta un essere vivente veda l'universo, che l'universo ne penetri la mente e ne moltiplichi le possibilità. La cagnetta parte, circondata dalle preoccupazioni di tutti, da tutti separata: lei sola nell'universo. Il razzo ritorna, la cagnetta che ha visto l'universo corre esitante dal suo padrone e gli lecca le mani, ma i suoi occhi intelligenti sono ormai confusi. Solo l'amore resta, immutato, anche se privato della luce della ragione. Mi è forse difficile accettarlo, ma che l'amore possa essere superiore all'intelligenza è davvero una grande lezione.
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