venerdì 24 marzo 2017
Ordinare i libri sugli scaffali di quelli che crediamo siano i loro generi letterari è un limite insensato che ci imponiamo. Un libro di poesia può essere un'insuperabile guida di viaggio. E molti lo sono. Un trattato filosofico può essere molto utile per la gestione degli affari. Un'antologia di racconti popolari può rivelarsi un prezioso laboratorio di immagini per un pittore. Manuali di nuoto o di cucina possono essere molto utili a un insegnante per pensare che cos'è un'aula. Tutto questo mi è divenuto chiaro quando ho scoperto, solo di recente, i libri del geografo Franco Michieli. Sono contributi per la conoscenza del territorio, certamente, ma al tempo stesso sono proposte sapienti per itinerari spirituali. Egli ci raccomanda di camminare scalzi, invece che con scarpe sicure. Al posto delle carte raccomandate, risvegliamo i nostri sensi. Invece di bussole, Gps e tutta la panoplia tecnologica che oggi diamo per indispensabile, consegniamoci disarmati all'avventura aperta del cammino. Secondo il suo pensiero, non sono i viaggiatori che vanno incontro alle strade, ma le strade che non smettono di venire, sempre e sempre, incontro ai viaggiatori. Un geografo può essere, come si vede, un opportuno maestro di vita interiore.
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