Quella serataccia su una rete Mediaset: manganellatura alla Chiesa e altri insulti
sabato 6 luglio 2019

Gentile direttore,

ho seguito in parte, nella prima serata di giovedì 4 luglio su Rete 4, il programma “Fuori dal coro” di Mario Giordano e desidero esprimere tutto il mio disgusto per come è stato condotto. Ho avuto l’impressione che il suddetto conduttore ambisca ad atteggiarsi come un “Santoro di destra”, ma in senso peggiorativo! In particolare il servizio su le “Le case d’oro della Chiesa” l’ho trovato fazioso, con informazioni pilotate ad arte per indurre nel telespettatore un giudizio negativo sulla Chiesa stessa. Posso capire che a Giordano non piaccia la pastorale di papa Francesco per poveri e immigrati, ma strumentalizzare degli episodi nel tentativo di screditarlo, oltre che squallido è anche inutile. Gli Italiani sanno benissimo quanto sia preziosa l’opera della Chiesa in Italia e nel mondo. Oserei dire che davvero la Chiesa è “fuori dal coro” perché, nonostante gli errori e debolezze di alcuni suoi membri, ci ricorda quei valori umani e cristiani essenziali per la società.

Vedran Guerrini


Signor direttore,

corrisponde al vero che lo stipendio dei Cardinali è di 5.000 euro mensili oltre vitto e alloggio? È stato detto e ripetuto giovedì sera su Rete4. Non ci posso credere!

Umberto Pepe


Direttore,

«Sono ignoranti, non sanno quello che scrivono: mi vergogno per loro », questo della signora Maria Giovanna Maglie a Rete4, è il miglior commento su di voi di “Avvenire”. La vostra mala fede è plateale, mai dai tempi di Pio IX si sono avute posizioni così clamorosamente anti-italiane, non contro un Governo ma contro lo Stato. Eretici, apostati, venduti a interessi stranieri.

Giovanni Benedetto


Ognuno si assume la responsabilità di ciò che scrive o dice. Ovviamente, anche quella delle “manganellature mediatiche” che ha il fegato di condurre. Che cosa devo dirle, caro signor Guerrini? Come Andrea Fagioli spiega oggi nel suo corsivo a pagina 5, Mario Giordano se la vedrà – come tutti noi – con la coscienza e con lo specchio. E, se è ancora almeno un po’ il cronista che è stato, riparerà al malefatto e al maledetto, correggendo la caricatura ignobile che attraverso una rete Mediaset ha confezionato sulla pelle della Chiesa. Magari dicendo tutto ciò che tantissimi italiani già sanno bene, come lei rimarca, e cioè tutto quello che la Chiesa fa ogni giorno e ogni notte per i poveri, per i perseguitati, per le persone sole. E magari si degnerà anche di far sapere ai suoi spettatori che un cardinale vescovo italiano, come ogni altro vescovo italiano, a “fine carriera” (poi a 75 anni scatta la pensione, più bassa) arriva a guadagnare 1.705 euro lordi, ovvero 1.338 euro netti. Sono dati pubblici, ma che nel programma di Rete4 sono stati volutamente “dimenticati”. Li ricordo a lei, signor Pepe, e a tutti. Ricordando anche che la cifra di circa 5.000 euro citata da Giordano è il cosiddetto e storico “piatto cardinalizio” e riguarda un piccolo gruppo di porporati: i capi dicastero della Curia, ovvero i “ministri vaticani” che, dunque, guadagnano – per dare un termine di paragone – un terzo dei ministri parlamentari e la metà dei ministri tecnici della nostra Italia. Con quella cifra comunque importante pagano – come ogni persona normale – anche vitto, viaggi e chi li aiuta nella vita quotidiana. Hanno, questo sì, alloggi di servizio: alcuni ampi, altri molto meno. Non tutti sono uguali, anche se tutti sono chiamati allo stesso servizio. Al signor Benedetto, che riprende una furibonda invettiva lanciata contro di noi, ancora su Rete 4 (e da nessuno frenata), rispondo che sono portato a considerare gli attacchi di certe persone una “medaglia”. Ma devo ammettere che è molto grave quanto accaduto sempre il 4 luglio su quella rete Mediaset (che ieri mi ha offerto un’intervista che credevo in qualche modo “riparatoria” e che è stata invece trasformata, a mia insaputa, in un faccia a faccia con un altro direttore specializzato nell’infangare “Avvenire”). Si è trattato di una plateale e, essa sì, vergognosa, diffamazione del giornale che dirigo e che proprio nelle stesse ore veniva audito, nella persona del collega Nello Scavo, a Ginevra, in sede Onu, per la correttezza delle notizie pubblicate sulle vicende migratorie (e infatti mai smentite da nessuna parte in causa). Signor Benedetto, le sue ingiurie di non-lettore di “Avvenire” e di telespettatore aizzato dall’agit-prop di turno lo sottolineano. Da italiano a italiano, mi dispiace per lei.

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