martedì 8 febbraio 2011
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Caro direttore,ho seguito con attenzione, su Avvenire, le questioni riguardanti il rispetto dei diritti umani a livello internazionale. E uno dei temi che più vi sta a cuore è sicuramente il rispetto dei diritti delle minoranze cristiane in tutto il mondo. L’attualità ha portato drammaticamente in primo piano questo problema. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sancisce anche le cosiddette "libertà costituzionali", quali la libertà di pensiero, di opinione, di fede e coscienza, di parola, di associazione pacifica dell’individuo. Quindi, è chiaro che ogni violazione di questi diritti debba essere fermamente condannata. Vorrei porre all’attenzione anche un mio timore: il rischio che "fondamentalismi" di segno opposto possano oscurare le menti e rompere il dialogo non solo tra le religioni ma anche tra culture differenti e individui di diversa provenienza. Non alimentiamo uno "scontro di civiltà" che non esiste; favoriamo l’incontro e l’accoglienza. Non è una accusa ad Avvenire, ma a una filosofia, sempre più "prepotente", che crede nella superiorità di una religione o di una cultura rispetto a un’altra. Spero che persone illuminate, come il professor Franco Cardini, continuino ad alzare la loro voce per l’incontro e il dialogo tra le genti. L’intolleranza non giova a nessuno.

Paolo Barbieri, Olginate (Lc)

Accolgo volentieri il suo appello, gentile signor Barbieri. È verissimo che l’intolleranza non giova a nessuno e che l’idea dello "scontro di civiltà" è sbagliata e, per il solo fatto di essere stata evocata, ha fatto disastri. Ma su un punto è bene essere chiari: tutti meritano pieno rispetto, ma non tutto è uguale e non tutto è giusto e vero. Credo, infatti, che sia incontestabile che chi predica odio e discriminazione, chi perseguita, chi uccide in nome di Dio, vive (se la vive) una fede ed esprime una cultura (ammesso che possiamo considerarla tale) inaccettabili. Per questo dobbiamo continuare a lavorare alla costruzione di una civiltà umana basata sui grandi valori iscritti – come Papa Benedetto non si stanca di ricordare a tutti – «nel cuore di ogni uomo». Quei valori che la ragione sa riconoscere e che la fede in Gesù Cristo illumina con il comandamento dell’amore.
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