La Libia è «porto sicuro»? No. Giusta reazione di chi (si) informa
sabato 30 marzo 2019

Gentile direttore,
Tg1 delle ore 20 di venerdì 29 marzo. Matteo Salvini: «La Libia è un porto sicuro. Finalmente l’Europa ci dà ragione». Sicuro solo per i non italiani o, se vogliamo, i non europei a quanto si legge sul sito “Viaggiare sicuri” del Ministero degli Esteri. «Valido al 29.03.2019, pubblicato il 12.02.2019. Indicazioni generali, ordine pubblico, criminalità. Si ribadisce l’invito ai connazionali a non recarsi in Libia e, a quelli presenti, a lasciare temporaneamente il Paese in ragione della assai precaria situazione di sicurezza. Scontri tra gruppi armati interessano varie aree del Paese (incluso in Tripolitania, nell’area intorno a Sirte, a Sebha, Bengasi, Derna e Sabratha). Permane inoltre, anche nella capitale, la minaccia terroristica e elevato rischio rapimenti. Si registrano elevati tassi di criminalità anche nelle principali città e strade del Paese, tra cui il tratto stradale costiero dalla Tunisia all’Egitto ». http://www.viaggiaresicuri.it/paesi/ dettaglio/libia.html. Chi ha ragione?

Maria Elena Cavicchi Ferrara

Le cose stanno come dice il nostro Ministero degli Esteri e come ieri hanno ribadito i portavoce della Commissione europea e delle Agenzie delle Nazioni Unite – Oim e Acnur/Unhcr – che operano in Libia, confermando che quel Paese nordafricano è «porto non sicuro» per i noti motivi che ogni persona mediamente informata conosce: stato di guerra e inumani luoghi di detenzione per gli stranieri. La Libia è, dunque, porto non sicuro sia per i cittadini italiani sia per ogni altro essere umano. Lei è andata su un sito raggiungibile da chiunque. Noi abbiamo appurato queste cose facendo semplici verifiche, presso le Autorità e Organizzazioni che ho richiamato poco fa, dopo la diramazione da parte del Ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini di una sorprendente Direttiva che ha motivato certi titoli di giornale e telegiornale, ma la cui applicazione metterebbe a rischio – come ricorda Nello Scavo nel suo articolo di oggi a pagina 7 – coloro che agiscono (in divisa o senza) oltre che i responsabili politici del nostro Governo davanti alla giustizia nazionale e internazionale.

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