Collettivi blasfemi e politici senza rispetto
sabato 7 dicembre 2019

All’ultimo momento il rettore dell’Alma Mater Studiorum, l’Università di Bologna, ha annullato il party "Immacolata Con(trac)cezione", indetto per ieri sera nei locali dell’ateneo da alcuni collettivi studenteschi. «Mettiamo al bando la verginale santità mariana, è arrivato il momento di celebrare l’Immacolata Con(trac)cezione con un indecoroso party della Madonna», era l’invito, con tanti preservativi in cielo svolazzanti sopra a un’immagine mariana. Organizzatori i ragazzi di Uni Lgbtq, Rethink e altri gruppi, nel nome della libertà di "gender" e contro ogni discriminazione omofoba.

La reazione via Twitter del senatore della Lega Simone Pillon ha aperto la polemica inducendo la retromarcia dell’Università, e l’alt al party. «E noi che credevamo di essere in uno Stato laico» hanno reagito, lamentosi, i collettivi, annunciando un social bombing, un bombardamento di messaggi Web, contro i cattolici «cattivi e bigotti». E vabbè, ti dici leggendo i comunicati, il rettore, seppure in corner, ha annullato la festa. Che d’altronde, sebbene rivendicando diritti gay e lesbici, ha un retrogusto vecchio, il sapore dell’antica goliardia delle università di prima del ’68, che senza Web e magari senza gridarlo ad alta voce si compiaceva di volgarità e blasfemie. Questi studenti nati alla vigilia dell’anno 2000 non sanno forse esattamente cos’era la goliardia, e credono di avere inventato qualcosa di nuovo con il loro invito "provocatorio".

Scrivono: «Ci viene difficile immaginare un’argomentazione legittima per opporsi a iniziative che portano all’interno dei nostri luoghi i temi della sessualità consapevole, della contraccezione gratuita, della liberazione dei corpi e dei femminismi». Bene, ragazzi, risponderesti, ma la Madonna cosa c’entra? E voi che dite di battervi contro ogni discriminazione e offesa alla sessualità di ciascuno, non siete sfiorati dal dubbio che possa esistere anche qualcosa d’altro, degno di rispetto? Per esempio i sentimenti di quanti sono cristiani. E quindi credono che Maria sia la madre di Gesù Cristo. Credono che Maria fosse un’adolescente di forse quattordici anni che concepì un figlio, senza conoscere uomo; e quel figlio annunciò la rivoluzione dei Vangeli, e per questo fu perseguitato e messo sulla croce.

Predicava, quell’uomo: «Ama il prossimo tuo come te stesso», cosa inaudita per l’antichità, e ancora adesso scandalosa, a giudicare da quanto nel mondo ci si odia e ci si ammazza e ci si discrimina. Insomma, quel concepimento misterioso diede l’avvio a una svolta per gli uomini tale che ancora oggi contiamo gli anni dalla nascita a Betlemme. Non è forse allora anche la fede in Cristo, e in sua madre, e nella sua maternità che pure sfugge alla logica umana, qualcosa che merita rispetto al pari almeno di ogni declinazione di gender?

Sono ragazzi, cerchi di dirti comunque, pensando a quanti, dei goliardi di un tempo, si sono poi convertiti, o riposano ora sotto a una croce. Invece non è un ragazzo Matteo Salvini, che pure sulla vicenda bolognese ha prontamente lanciato un tweet indignato. Non è un ragazzo, è un politico scafato, uno capace di trascinare le folle. In tutt’altro modo, ma la Madonna anche lui la cita spesso e volentieri. Nei comizi, o in tv, estrae di tasca ro- sari che brandisce come segno quasi di identità italiana 'autentica'. Anche l’altra sera in tv a 'Porta a porta' non ha perso occasione di citare, peraltro non esattamente, un passo di un messaggio della Madonna di Medjugorje, e di usarlo, molto 'adattato', contro il premier Conte.

Ora, che senso ha tirare in ballo Medjugorje mentre si parla del Governo, se non quello di strizzare l’occhio a quella certa parte di cattolici che potrebbe apprezzarlo, e votare Lega? Uso improprio della Madonna, a fini elettorali; e dispiace che non pochi credenti non vogliano vedere questa strumentalizzazione, quando pare chiaro che la logica nazionalsovranista del 'prima gli italiani' e del 'la pacchia è finita' di cristiano non ha nulla. È dunque in due schieramenti agli antipodi, i collettivi studenteschi Lgbtq e il leader di un partito di destra, l’uso – provocatorio e offensivo, oppure apparentemente devoto – di un nome che per molti è sacro. Sacro più di orientamenti sessuali e scelte di voto; sacro per chi ha fede in quella donna che, con il suo 'fiat', ha messo al mondo il figlio di Dio. Senza conoscere uomo: assurdo, pazzesco, e, dicono, anche 'sessuofobo' il solo immaginarlo.

Eppure miliardi di uomini e donne nei secoli ci hanno creduto e ci credono – convinti che Dio può fare quel che vuole, oltre le leggi di natura. E fra quegli uomini e donne che ci hanno creduto e ci credono c’è san Francesco, che oggi ci appare un profeta e offre il nome a un Papa che ci chiama a servire Dio e l’umanità nei poveri e nell’alleanza pacificante col Creato. E ci sono Teresa di Calcutta, e Karol Wojtyla, per fare soltanto, in due millenni, pochi nomi. Nomi di rivoluzionari, di quelli veri. Di quelli che lasciano, loro sì, un segno – buono – nella storia.

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