Dodò parla e ride con Dio (e Lui risponde ai suoi baci)
domenica 28 novembre 2021

«Nei Vangeli Gesù ascolta chi si rivolge a Lui anche in maniera apparentemente inadeguata, magari solo attraverso un gesto o un grido». Leggo queste bellissime parole del Messaggio che papa Francesco ha inviato in occasione della Giornata internazionale delle Persone con disabilità, e penso a tutte le volte in cui mio figlio Edoardo, disabile grave, si fa il segno della Croce seguito da tanti baci. Lo fa quando, nella nostra passeggiata pomeridiana, passiamo davanti a una chiesa. Ma altre volte non so perché lo faccia. Non lo saprò mai, perché Dodò non è capace di spiegarlo. Ma in quei momenti sorride, è felice, sembra sapere bene quello che fa. Quanto vorrei essere nella sua testa 'fuori norma' per capirlo. Ma la sua testa, quel suo cervello mai cresciuto, è un luogo difficile da capire, quasi impossibile per me.

Non per il Signore. Ne sono convinto e non da oggi. So che Dio parla da sempre con Dodò e che Dodò parla con Lui. Gli dice quello che noi a fatica riusciamo a interpretare. Perché, come ci dice papa Francesco, «il Signore ascolta con attenzione la preghiera di chi confida in Lui». E sicuramente ascolta cosa gli dice Dodò. Perché Dodò che con noi parla così a fatica, con Lui sono sicuro che comunichi facilmente. Non è una consolazione, ma una certezza. Che non cancella la domanda che mi accompagna da quando abbiamo capito la sua disabilità. 'Perché proprio a noi?'. No, non mi venite a dire che così siamo più vicini a Dio, quasi dei privilegiati. No, grazie. Per mio figlio avrei voluto una qualche normalità, anche se non lo cambierei mai con un 'altro'.

È mio figlio, ed è così. E come ci ricorda papa Francesco, «è proprio l’amicizia di Gesù, che tutti riceviamo come dono immeritato, che ci riscatta e ci permette di vivere le differenze come ricchezza». Ma che fatiche! Non solo quelle, note, della vita quotidiana, ma anche quelle della vita ecclesiale. Sono stanco dei 'poverini', dei compatimenti. Falsa solidarietà che nasconde vera discriminazione. «La Chiesa è la vostra casa!», afferma il Papa.

Ma non sempre accade. Disabili definiti 'diversamente abili' per mettersi l’anima in pace ed essere politicamente corretti. Per poi applicare una discriminazione «che a volte si è manifestata nel diniego di accedere ai Sacramenti», è la forte denuncia di Francesco. Una discriminazione vissuta anche da noi. 'Tanto non capisce', è stata la giustificazione di tanti 'no'. Eppure chi conosce davvero il dialogo tra i nostri figli 'speciali' e Dio? Non sono un errore, non sono un incidente di percorso, sono persone come tutti, più deboli e fragili ma persone. Dio lo sa ed è al loro fianco, mano nella mano.

La società e la comunità ecclesiale non poche volte sembrano invece vicini solo a parole. Forse per questo il Signore chiama direttamente il nostro Dodò, e lui gli risponde con quei baci e quel suo splendido e impagabile sorriso.

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