mercoledì 3 dicembre 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Papa Francesco, profeta contro la tratta degli esseri umani, non usa mezzi termini: «Crimine contro l’umanità». E ieri, insieme ai leader di diverse religioni e confessioni, si è pronunciato con una storica "Dichiarazione comune" che impegna le fedi nella civilissima battaglia per l’eliminazione, entro il 2020, del "mercato" della schiavitù moderna e contro tutti quei delitti che privano della libertà milioni di esseri umani e li spingono nei cammini durissimi delle «migrazioni forzate». Tutti fenomeni che il Papa conosce bene, che ha toccato con mano a Buenos Aires.Gli uomini di fede si propongono, dunque, di fermare ogni forma di schiavitù, di premere sulla politica perché si istituiscano corridoi umanitari per i profughi e richiedenti asilo, perché aumenti la cooperazione allo sviluppo e si spezzi la spirale perversa della miseria che induce a sradicarsi dalle proprie terre, perché milioni di migranti in tutti continenti - e attraverso il "nostro" Mediterraneo, come dice Francesco,  «ridotto a cimitero» - non finiscano più in mano a trafficanti senza scrupoli.Piccoli e donne sono le vittime preferite, più fragili, più manipolabili, più "commerciabili". Ma nessuna donna nasce prostituta, diceva don Oreste Benzi, qualcuno ce la fa diventare: il racket delle organizzazioni criminali, i clienti , il silenzio di molti. E questo è il tempo giusto per ascoltare il grido di queste donne crocifisse, di camminare con loro, di condividere la loro vita, di diventare come dei "goel" - fratelli in umanità di queste vittime - cioè "liberatori" capaci di gridare ai clienti e signori del racket che non possono continuare in un’ingiustizia che è una delle più gravi che si possano perpetrare. Altro che "lavoro più antico del mondo", come molti osano ancora sostenere per difendere se stessi… Bisogna saper ascoltare il grido dei poveri che sale a Dio, il grido e la sofferenza di queste ragazze, molte minorenni. Ma, purtroppo, le complicità sono molte. Nelle nostre città questo crimine mafioso e aberrante è saldamente impiantato e troppi, come dice  papa Francesco nella Evangelii Gaudium, «hanno le mani che grondano sangue a causa di una complicità comoda e muta». Ora il Papa ribadisce che ogni traffico di esseri umani è «un delitto aberrante e un crimine di lesa umanità» che esige da ognuno di noi la scelta di essere fratelli, operando per la liberazione dalla schiavitù, ognuno secondo le proprie responsabilità civili e istituzionali, ognuno secondo le proprie possibilità. Sulle orme di don Benzi, i membri dell’Associazione Papa Giovani XXIII hanno accolto tante donne - circa 7mila in venti anni, incontrate sulle strade - ignare di quello che sarebbe loro successo partendo dalle loro terre, donne che si prostituivano, che subivano maltrattamento e violenza, e hanno scoperto, vivendo con loro la quotidianità delle famiglie e delle case-famiglie, madri ammirevoli disposte a  dare la vita per difendere i loro figli. Persone che hanno un senso della comunità che molti di noi hanno perso, che hanno una dignità grande nel desiderio di cercare un lavoro, di mantenere rapporti con la terra di origine e di sapersi inserire in un nuovo contesto culturale.No, non si può più tacere, non si può essere conniventi con l’ingiustizia. I governi di tutto il mondo devono scegliere di combattere con decisione, il fenomeno della tratta e della prostituzione. L’esempio, su quest’ultimo fronte, viene dal cosiddetto "modello nordico" nel quale ogni prestazione sessuale a pagamento è vietata, è stato introdotto in Svezia ed è l’unico che finora si è dimostrato veramente efficace.Qui in Italia, invece, dando ragione agli sfruttatori e ai clienti, c’è chi vorrebbe puntare sulla regolarizzazione della prostituzione, che non sconfiggerebbe assolutamente la criminalità e, al contrario, toglierebbe alle forze dell’ordine strumenti per intervenire. Ogni schiavitù è un abuso intollerabile. Quella sessuale ha conseguenze disastrose sulla psiche delle donne e dei minori. E le persone che si prostituiscono, siano esse chiuse in bordelli o sbattute sulle strade, soffrono degli stessi disturbi dei veterani di guerra.Le Nazioni Unite hanno definito la prostituzione come una pratica «incompatibile con la dignità umana». Il catechismo della Chiesa cattolica al n. 2355 recita «la  prostituzione offende la dignità della persona, e costituisce una piaga sociale». Don Benzi, che Benedetto XVI definì «infaticabile apostolo della carità» che si è speso anche rischiando la vita per la liberazione dalla schiavitù di tante donne, urlava con la sua stessa vita «che i poveri non possono aspettare e che nessuno ha le mani pulite di fronte alla schiavitù della tratta». Puntiamo su una vita spirituale alta, che parte da un cuore nuovo, da famiglie fedeli, da comunità responsabili dove ci sta a cuore l’altro, dove si ha cura gli uni degli altri, dove la giustizia di Dio e degli uomini possa splendere nella condivisione con i poveri e gli emarginati. Ci sta davanti un lungo cammino, come popolo che sa stare al passo dei più deboli, le membra più necessarie perché questa umanità abbia un futuro. È davvero importante che i cristiani oggi lo affermino di nuovo e con forza, all’unisono con i fedeli delle altre grandi religioni. E che tutti insieme lo viviamo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: