sabato 21 ottobre 2023
L'iniziativa, partita dalla piazza del Museo si è propagata a tutto il mondo, ieri è stata allestita anche a Roma
la tavola allestita nella piazza del Museo di Tel Aviv

la tavola allestita nella piazza del Museo di Tel Aviv - Project-tlv.info

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Una lunghissima tavolata di Shabbat, con oltre 200 posti a sedere – vuoti - per non dimenticare gli ostaggi israeliani a Gaza, è stata allestita ieri sera davanti al Museo di Arte di Tel Aviv, da sempre luogo di cultura e di sperimentazione, non solo per gli artisti ma anche per la società civile. Sono passate due settimane dal 7 ottobre e oggi in Israele è stato il secondo sabato in cui centinaia di famiglie hanno dovuto sedersi alle proprie tavole senza uno o più membri del proprio nucleo familiare.

In totale sono 210 gli ostaggi confermati, oltre ad altri 200 nella lista degli scomparsi, che ancora non si sa se sono stati fatti prigionieri nell’enclave o se andranno aggiunti alla lista dei 1.400 cittadini israeliani che hanno perso la vita a causa dell’aggressione di Hamas. I numeri, purtroppo, non fanno che aumentare, man mano che vengono identificati i corpi, impresa sempre più complessa, poiché molte delle vittime sono state fatte a pezzi, bruciate, e persino la polizia forense fa fatica a portare a termine questo lavoro straziante.

Il tavolo allestito in via Catalana a Roma, davanti al Tempio

Il tavolo allestito in via Catalana a Roma, davanti al Tempio - Ariela Piattelli

Sono centinaia le famiglie israeliane che vivono in un limbo perché Hamas non ha ancora rilasciato una lista ufficiale degli ostaggi, che sono stati identificati solo grazie all’incessante collaborazione tra famiglie, esercito e l’organizzazione di volontari “Brother in arms”, costituita dagli organizzatori delle manifestazioni che per 39 settimane hanno sfilato in Kaplan street e che, lo stesso sabato del massacro, si sono trasformati in un ingegnoso network di intelligence, costituito da civili.

Perché gli israeliani, da sempre, non si danno per vinti, soprattutto nel cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale. Per questo il comitato delle famiglie degli ostaggi ha allestito questa lunga tavolata, con anche piatti di plastica colorata, biberon e seggioloni - al posto delle sedie - per ricordare anche i bambini, circa 30, alcuni neonati, che ora si trovano nelle mani dei terroristi. La foto della lunga tavola bianca ha già fatto il giro del mondo e in diverse città, da New York a Roma in via Catalana davanti alò Tempio, hanno allestito “un tavolo per gli ostaggi”. Per non dimenticarli.

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