martedì 5 dicembre 2023
"I civili sono costretti a fare una scelta impossibile dopo l'altra in un territorio dove nessuno luogo è sicuro". Raid contro il quartier generale della sicurezza di Hamas. Israele smentisce l'Oms
L'avanzata dei carri armati israeliani

L'avanzata dei carri armati israeliani - Ansa

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La situazione nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra è "apocalittica": i civili sono costretti a fare "una scelta impossibile dopo l'altra" in un territorio dove "nessuno luogo è sicuro" e "nessuno è al sicuro". Lo ha scritto su X il sottosegretario generale dell'Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffiths. "Ogni volta che pensiamo che le cose non possano diventare più apocalittiche a Gaza, lo diventano. Alle persone viene ordinato di spostarsi di nuovo, con poco con cui sopravvivere, costrette a fare una scelta impossibile dopo l'altra", si legge nel messaggio. "Nessun luogo sicuro è sicuro a Gaza. Né gli ospedali, né i rifugi, né i campi profughi - prosegue l'alto funzionario delle Nazioni Unite -. Nessuno è al sicuro. Né i bambini, né gli operatori sanitari, né gli (operatori) umanitari". "Tale palese disprezzo per l'umanità fondamentale deve finire - conclude Griffiths -. I combattimenti devono cessare”. Da parte sua il Qatar ha definito "l'inazione della comunità internazionale" sulla guerra a Gaza "vergognosa".

Palestinesi in fuga dai raid israeliani

Palestinesi in fuga dai raid israeliani - Reuters

L'offensiva a Jabalia​

Israele ha in gran parte conquistato la metà settentrionale di Gaza a novembre, e da quando venerdì è crollata la tregua durata una settimana, si è rapidamente spinto in profondità nella metà meridionale. L'ala armata della Jihad islamica, alleata di Hamas, ha affermato che i suoi combattenti sono impegnati in feroci scontri con i soldati israeliani a nord e ad est di Khan Younis, la principale città meridionale di Gaza. Secondo alcune testimonianze di residenti raccolte dalla Reuters, i carri armati israeliani sono entrati per la prima volta nella parte orientale di Khan Yunis, attraversando la recinzione di confine israeliana e avanzando verso ovest.
Le truppe israeliane sono poi avanzate a Jabalia, nel nord di Gaza, con raid contro il quartier generale della sicurezza di Hamas. A dare notizia dell'operazione sono state le forze di Difesa, spiegando che la 162ma Divisione ha iniziato ad operare in profondità a Jabalia dopo aver completato le manovre di accerchiamento del suo campo profughi. Negli ultimi giorni, le truppe "hanno lavorato alla distruzione delle strutture usate da Hamas, hanno localizzato razzi ed altre armi, hanno organizzato raid contro gli uomini di Hamas".
Secondo le Forze di difesa, in un'operazione congiunta condotta con lo Shin Bet, i riservisti della 551ma brigata e i commando Shayetet 13 hanno fatto irruzione nel quartier generale della sicurezza di Hamas a Jabaliya e hanno trovato armi, varie attrezzature e intelligence. Le forze aeree hanno continuato ad effettuare attacchi a Gaza: le Idf hanno dichiarato ieri di aver colpito un gruppo di agenti di élite della Nukhba di Hamas durante un'operazione congiunta con la brigata dei paracadutisti.
Almeno 15 palestinesi sono rimasti uccisi nel bombardamento israeliano contro alcuni edifici, sempre a Jabalia. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Maan, denunciando tra l'altro che ci sono notizie di morti e feriti in un altro bombardamento a Gaza City e che l'esercito israeliano avrebbe effettuato un nuovo attacco con munizioni al fosforo bianco a nord e a est della città di Khan Yunis, situata nel sud della Striscia. Le forze armate israeliane hanno poi schierato oltre 50 veicoli blindati e quattro bulldozer in un raid effettuato nella notte nella città di Jenin, in Cisgiordania, e in particolare nel suo campo profughi. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Durante l'operazione un palestinese è stato ucciso. La Wafa ha segnalato anche il ferimento di 4 palestinesi in scontri con l'esercito nel campo profughi di Dheisheh a Betlemme.

I raid sulla Striscia di Gaza

I raid sulla Striscia di Gaza - Ansa

Israele smentisce l'Oms

Israele ha oggi smentito di aver chiesto “di evacuare i magazzini e lo abbiamo anche fatto capire (e per iscritto) ai rappresentanti dell'Onu competenti. Da un funzionario dell'Onu ci aspetteremmo, almeno, di essere più preciso". Così in un post su X il dipartimento israeliano per il Coordinamento delle attivita' governative nei Territori (Cogat), smentendo quanto affermato in precedenza dal segretario generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. In otto settimane di guerra, per il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Gaza, ha affermato che almeno 15.899 palestinesi, il 70% dei quali donne o minori di 18 anni, sono stati uccisi.

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