mercoledì 6 marzo 2024
L'ambasciatore Ue Stefano Gatto: «Le bande stanno dimostrando un'effettiva capacità strategica. Probabile che qualcuno le stia pagando e dirigendo»
Cadaveri per strada dopo gli scontri a Port-au-Prince

Cadaveri per strada dopo gli scontri a Port-au-Prince - Ansa

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«Per la prima volta, le gang stanno dimostrando un’effettiva capacità strategica. E questo è il dato inedito della crisi attuale. Il che sembra confermare l’ipotesi di una regia occulta». Stafano Gatto è ambasciatore dell’Unione Europea ad Haiti dal settembre 2022 dopo una serie di incarichi in Guatemala, El Salvador, Brasile e Pakistan. Da quasi due anni, dunque, assiste all’implosione delle istituzioni e al dilagare della violenza, ormai fuori controllo. Ora, però,crede che si sia entrati in una nuova fase, «complessa e pericolosa».
Che cosa sta accadendo?
Il punto di svolta è stato il 7 febbraio. Quel giorno è scaduto il termine fissato dalla comunità internazionale perché il premier Henry convocasse le elezioni. Il voto non c’è stato e l’opposizione ha colto l’occasione per cercare di far cadere il governo. O, meglio, dovrei dire, le opposizioni.
Che cosa intende, però, di preciso?
C’è l’opposizione politica che include varie componenti, inclusi i progressisti del gruppo Montana. A unire i differenti gruppi, la convinzione che il mandato di Henry sia illegittimo e da qui la richiesta di nuove elezioni. C’è, però, anche un altro tipo di opposizione da parte di “capipopolo” che, come è prassi ad Haiti, dispongono di milizie armate e che mantengono legami di vario tipo con i partiti ufficiali. Una di loro, Guy Philippe, con un oscuro passato da paramilitare, è stata l’artefice della principale protesta dopo il 7 febbraio. La rivolta, però, non è riuscita. Così sono entrate in gioco le gang, in particolare Jimmy Chérizier alias Barbecue, il quale più volte ha cercato di accreditarsi come un ribelle più che come un bandito comune cresciuto in strada.
Che cosa vuole Barbecue?
La settimana scorsa, mentre Henry volava a Nairobi per mettere appunto l’accordo bilaterale con il Kenya, la cui assenza aveva finora impedito il dispiegamento della missione internazionale, Barbecue ha esortato tutte le bande – sono circa 200 – a unirsi per cacciare Henry. Di norma, le gang si combattono l’un l’altra per aggiudicarsi brandelli di territorio da cui estrarre risorse, soprattutto con l’estrazione. Un’alleanza sotto un comando unico, dunque, è un fatto insolito.
È, però, quanto sta accadendo...
Da questo nasce il fondato sospetto che non sia un’autonoma iniziativa di Barbecue ma che ci sia un “coordinamento esterno”. Ovvero che qualcuno – non possiamo sapere chi – stia pagando le bande e dirigendone le operazioni. Questo spiegherebbe anche le capacità strategiche che stanno dimostrando.
Quale obiettivo avrebbe questa mano occulta?
Le gang hanno preso il controllo dell’aeroporto internazionale e del porto. In questo modo, cercano di impedire il ritorno di Henry perchés anno che è l’unica opzione percorribile al momento. Nel lungo periodo, la rivolta potrebbe puntare a impedire l’intervento internazionale o prepararsi a quest’ultimo migliorando le proprie posizioni sul terreno. Lo status quo fa comodo a tanti: l’emergenza permanente è un grande business. E l’anarchia consente a vari personaggi, dentro e fuori dall’isola, di conservare potere e portare avanti i suoi traffici indisturbato.

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