venerdì 30 ottobre 2020
Sbarcato in Italia aveva ricevuto un decreto di respingimento a Bari, ai primi di ottobre, ma era sparito oltralpe
La cattedrale di Nizza dopo l'attacco terroristico

La cattedrale di Nizza dopo l'attacco terroristico - Ansa

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La prima indiscrezione è arrivata dal deputato francese Eric Ciotti, che ha chiesto al presidente Emmanuel Macron di serrare le frontiere per i migranti in arrivo dall’Italia. Poi, col passare delle ore, è stata confermata da fonti di intelligence francesi e dagli apparati di sicurezza italiani. Il “lupo solitario” di Nizza corrisponderebbe alle generalità di Brahim Aoussaoui (o Auoissa, secondo altre fonti) nato in Tunisia il 29 marzo 1999. Ed è arrivato in Francia attraverso l’Italia, dopo essere approdato a Lampedusa il 20 settembre. Una notizia che scatena le invettive del centrodestra, Lega in testa, contro il premier e il ministro dell’Interno: «Se è vero, Conte e Lamorgese hanno la responsabilità morale dell’attentato e la ministra deve dimettersi», attacca il leader leghista Matteo Salvini. A ribattere è il viceministro dell’Interno Matteo Mauri (Pd): «Accuse strumentali e assurde».

Un “lupo” sul barcone. Il 20 settembre a Lampedusa arrivano una ventina di barconi, con a bordo centinaia di migranti tunisini. Fra loro, c’è Brahim. Siccome il centro dell’isola è sovraffollato e c’è l’emergenza Covid–19, i nuovi arrivati vengono caricati sulla nave quarantena Rhapsody. Fra l’8 e il 9 ottobre vengono sbarcati a Bari. Intanto, ad Agrigento, per Brahim viene aperto (come per centinaia di altri connazionali) un fascicolo per immigrazione clandestina. A Bari, lo sbarco dei migranti dalla Rhapsody dura due giorni. Brahim viene registrato e fotosegnalato. E le verifiche sulla sua identità, sui data base delle forze dell’ordine italiane, non fanno emergere altri tentativi di ingresso in Italia, precedenti penali o segnalazioni dell’intelligence. Nè le autorità tunisine lo segnalano, almeno pare, come un elemento radicale («altrimenti sarebbe stato rapidamente espulso, come avvenuto per altri soggetti», ragiona una fonte investigativa). Brahim non viene dunque trasferito in un Centro per il rimpatrio: riceve un decreto di respingimento, firmato dal prefetto di Bari e accompagnato da un ordine del questore ad abbandonare l’Italia entro 7 giorni.

Da Bari a Nizza. Cosa fa il 21enne a quel punto? I suoi movimenti e le sue frequentazioni fra il 9 ottobre e ieri sono uno dei “buchi neri” che gli 007 francesi e italiani stanno cercando di colmare. Una parte degli spostamenti potrebbe essere ricostruita attraverso la ragnatela di celle attraversate dalla sim del suo smartphone, sempre che non ne abbia cambiate diverse. In tasca gli è stato trovato un foglio rilasciato dalla Croce rossa italiana, con le generalità da lui asserite. Chi ha frequentato in Francia? Un mese è poco per diventare un jihadista. In Tunisia aveva già maturato convinzioni estremiste? Frequentava ambienti o moschee radicali? Gli 007 francesi, tunisini e italiani cercano tasselli per ricostruire il puzzle.

Il precedente di Amri. Per l’Onu, dalla Tunisia sarebbero partiti negli ultimi anni circa 6mila jihadisti, con alcuni approdati in Europa. A febbraio 2011 (quando il governo era guidato dal premier Silvio Berlusconi e il Viminale dal leghista Roberto Maroni) a Lampedusa sbarcò il giovane Anis Amri: si dichiarò minorenne e fu trasferito in un centro siciliano, dal quale si allontanò. Nel 2016, divenne l’autore della strage al mercatino di Natale di Berlino. E durante la fuga, morì in uno scontro a fuoco con due poliziotti a Sesto San Giovanni.

Lo scontro politico. Il centrodestra attacca il governo e sollecita chiarimenti in Parlamento. Matteo Salvini chiede che «la ministra Lamorgese si dimetta». La leader di Fdi Giorgia Meloni chiede al governo «di chiarire» perché «la notizia gravissima ci esporrebbe all’isolamento», mentre la capogruppo di Fi alla Camera, Mariastella Gelmini, auspica che Lamorgese si rechi in Parlamento. Dal governo, replica il viceministro dell’Interno dem Mauri, parlando di «accusa strumentale e assurda» e citando il caso Amri, quando «il centrosinistra non si sognò nemmeno di incolpare destra e Lega, al governo nel 2011 quando quel terrorista arrivò in Italia».

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