venerdì 28 febbraio 2020
Lo denunciano l'Unicef e fonti locali. A rilento i colloqui Russia -Turchia: Erdogan chiude: ancora accuse al regime di Assad
Il fumo dei combattimenti si alza dalla città di Saraqib nella provincia di Idlib

Il fumo dei combattimenti si alza dalla città di Saraqib nella provincia di Idlib - Ansa

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Sono proseguiti per il secondo giorno ad Ankara i colloqui tra le delegazioni di Turchia e Russia in cerca di un’intesa sulla crisi a Idlib, (Siria nordoccidentale) dove da settimane si scontrano le forze di Erdogan e quelle di Assad. E dove la popolazione resta la prima vittima. Solo qualche giorno fa, 18 persone sono morte in seguito al bombardamento di 10 scuole, e 14 bimbi sono feriti gravi. Il bilancio è di Msf, che ha ricevuto i corpi e sta curando i piccoli nei suoi ospedali nell’area. Mentre Save the Children ha spiegato che alcune delle scuole erano in funzione, altre erano in pausa e altre ancora venivano utilizzate come rifugi. Ieri ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, si è detto positivo rispetto all’andamento degli incontri ad Ankara, sottolineando che «a Idlib è in corso una tragedia umanitaria, un dramma che colpisce giovani e vecchi» e che proprio per questo si rende necessario il dialogo.
Ma dal presidente Erdogan è arrivata una doccia fredda. Quando altri tre militari turchi sono morti in seguito a un raid dei siriani, il reis ha rilevato che «ci sono sono stati purtroppo altri tre martiri» assicurando però «che le perdite per il regime (siriano) sono state molto pesanti» e che «la situazione ora è girata a nostro favore». Il presidente turco ha quindi chiuso all’ipotesi di dialogo con il regime di Bashar al-Assad: «Se non fosse per la Russia – ha detto – non starebbe neanche in piedi. Non si può instaurare un dialogo con chi ha ucciso centinaia di migliaia di connazionali». Il presidente turco Erdogan,nella serata di ieri ha anche convocato un consiglio di sicurezza straordinario sulla Siria. Lo riferiscono i media locali. Nell'ultime ore è stata infatti diffusa la notizia dell'uccisione di 34 soldati turchi in un raid aereo nella provincia di Idlib.
La Turchia ha nell’area di Idlib 12 checkpoint, costituiti nell’ambito di un accordo con Mosca per la demilitarizzazione dell’area raggiunto nel 2018 e ripetutamente violato dalle milizie di Damasco. Diversi checkpoint sono stati accerchiati e 20 soldati di Ankara, compresi i tre di ieri, sono rimasti uccisi. Erdogan ha ordinato una dura reazione.

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