venerdì 17 gennaio 2025
La giovane madre è accusata di averli uccisi subito dopo la nascita e di averli seppelliti nel giardino di casa. Ora il padre 21enne li ha riconosciuti all'anagrafe come figli suoi
I carabinieri davanti alla villetta di Traversetolo (Parma)

I carabinieri davanti alla villetta di Traversetolo (Parma) - Ansa

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Domenico Matteo e Angelo Federico: hanno finalmente un nome i due neonati di Traversetolo. Anzi, addirittura due nomi ciascuno. E un cognome, quello del giovanissimo papà Samuel, che non sapeva della loro esistenza finché non sono stati trovati morti, seppelliti subito dopo la nascita sotto le aiuole del giardino di casa della altrettanto giovane madre. Nessuno doveva sapere che erano passati su questa terra, perché Chiara temeva il giudizio della sua famiglia e della gente del suo paese, Vignale di Traversetolo in provincia di Parma. Lo ha detto la stessa 22enne agli inquirenti, quando non poteva più insistere di non sapere nulla di quei due corpicini ritrovati il primo lo scorso agosto e il secondo a settembre sotto le finestre della sua camera, quando il test del Dna ha confermato che i due bambini finiti sotto terra poco dopo aver respirato per la prima volta erano proprio figli suoi. La giovane è sotto processo per duplice omicidio e occultamento di cadavere e in questi giorni è stata autorizzata a scontare gli arresti domiciliari nella villetta dove aveva nascosto a tutti, genitori e fidanzato compresi, le sue gravidanze ravvicinate.

Il primo bambino, Domenico Matteo, era nato a maggio 2023, dunque tra poco avrebbe compiuto due anni. Il fratellino minore, Angelo Federico, avrebbe 6 mesi e il suo corpicino è stato scoperto in modo fortuito dalla nonna di Chiara, chiamata a sorvegliare la villetta durante la vacanza della famiglia a New York, incredibilmente iniziata il giorno dopo il parto segreto, nell’agosto 2024 e continuata come se il macabro ritrovamento non riguardasse proprio loro. Per settimane i giornali e le televisioni hanno chiamato quei due bambini sfortunati “feti” o “resti umani”, come se non fossero nati, come se non fossero mai stati figli, come se non fossero mai davvero esistiti come persone. E invece.

E invece oggi Samuel si è presentato al municipio di Traversetolo per fare ciò che aveva promesso fin da subito: registrare i nomi di battesimo dei due figli, dare loro il suo stesso cognome e firmare contemporaneamente l’atto di nascita e, tristemente, quello di morte. Una procedura attivata dalla Procura di Parma, l’unico soggetto deputato a farlo, come ha spiegato l’avvocata dell’ex fidanzato 21enne di Chiara, Monica Moschioni. Sembra che anche Chiara abbia dato il suo assenso alla scelta dei nomi, e abbia partecipato alle operazioni per l'iscrizione all'anagrafe. Un atto dovuto, costretta dalla legge, o una nuova consapevolezza?

L’attribuzione di un nome e con esso di una intera famiglia (un padre, due nonni, gli zii.... ) non è solo un atto dovuto, però, ma una restituzione di dignità. Nell’Antico testamento è il nome che “fa” la persona: senza nome, non si esiste. Ora anche i due “corpicini”, i “resti umani” di Traversetolo potranno essere chiamati per nome. Domenico Matteo e Angelo Federico.

Manca solo il tassello finale, il funerale, che arriverà appena ci sarà il nulla osta della Procura. Il vescovo si è detto disponibile a celebrare il rito, e il giovane padre ha fatto sapere che «desidera vivere questo momento così delicato e doloroso con un po’ di quiete». Il funerale, un gesto di antica ed eterna pietà, darà infine un senso al brevissimo e accidentato viaggio terreno di Domenico Matteo e Angelo Federico, vittime collaterali, come del resto tanti figli nemmeno nati, dei drammi degli adulti.

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