giovedì 16 gennaio 2020
Lanciata la campagna 'Più belle di prima', per rimettere a posto i locali. I presidenti Battilana e Piccolo: «Chi colpisce le nostre strutture, colpisce l’intera comunità»
incenzo Piccolo e Barbara Battilana, presidenti del Comitato nazionale Agesci

incenzo Piccolo e Barbara Battilana, presidenti del Comitato nazionale Agesci - .

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«Questi vigliacchi devono sapere che chi colpisce uno dei nostri gruppi, colpisce l’intera comunità. Cioé, tutti i 1.900 gruppi attivi in Italia e ciascuno dei nostri 185mila associati». È ferma la risposta dei presidenti del Comitato nazionale Agesci, Barbara Battilana e Vincenzo Piccolo, ai ripetuti attacchi a sedi scout in Sicilia. In pochi mesi, ben tre episodi a Marsala, Mineo e, nei giorni scorsi, a Ramacca, nel Catanese.

Quest’ultimo fatto aggiunge un ulteriore elemento di gravità, perché è avvenuto su un terreno e un bene confiscati alle cosche locali. «È un segno di debolezza – aggiungono i responsabili nazionali degli scout cattolici – che ci rafforza nella convinzione di stare dalla parte giusta e di fare la cosa giusta. Chi vuole male agli scout, non accetta i principi di libertà, di bello e di bene comune su cui si basa la nostra azione educativa con i 155mila ragazzi, ragazze e giovani, tra gli 8 e i 21 anni, che frequentano i nostri gruppi.

Ai quali fanno riferimento anche oltre 30mila educatori attivi, che cercano di tirare fuori il bello e il buono che c’è nei nostri ragazzi e nelle nostre ragazze. È proprio questo ciò che spaventa chi ci colpisce, devastando le nostre sedi ma non ottenendo altro risultato che quello di rafforzare ulteriormente la nostra presenza sui territori, soprattutto quelli più difficili e faticosi». Il senso di appartenenza alla grande famiglia scout si è manifestata anche attraverso le tante donazioni, arrivate da tutta Italia sul conto corrente aperto per ricevere le risorse da utilizzare per la ricostruzione delle sedi vandalizzate e renderle «più belle di prima».

È la risposta corale di un movimento educativo che non si vuole far intimidire dalle prepotenze di chi vive secondo “valori” diametralmente opposti. «Evidentemente – ribadiscono Barbara Battilana e Vincenzo Piccolo – diamo fastidio a chi vorrebbe che i giovani di questi territori di frontiera non fossero liberi di costruirsi una vita affrancata da violenza e sopraffazione. Attraverso questo nostro dare fiducia e valorizzare i tanti talenti dei giovani, stiamo scardinando le logiche malavitose. Per le nostre attività occupiamo quelli che erano i loro spazi e diamo a questi ambienti una nuova vita a servizio della comunità. Di più. Con la nostra presenza rendiamo più belle e funzionali queste strutture.

Ai loro occhi tutto questo è inaccettabile. Ma sappiano – rilanciano Battilana e Piccolo – che non abbiamo nessuna intenzione di arretrare, né tantomeno di rimanere in silenzio. Noi ci siamo. A Ramacca, Gela e Mineo e in tutti quei territori dove avvengono episodi, magari di minore portata, ma, per noi, di uguale gravità. Rilanciando la nostra azione educativa, certi che la testimonianza e l’impegno a sentirsi responsabili del bene comune, rappresentino un’importante dimostrazione di coraggio, partecipazione e cittadinanza».

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