martedì 29 aprile 2025
Il colosso americano delle vendite online di proprietà di Jeff Bezos ha lanciato il suo primo lotto di satelliti internet del Progetto Kuiper: è il suo primo tentativo di rivaleggiare con Elon Musk
La sfida dei satelliti tra Amazon e Starlink è iniziata

Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI
​​​La sfida dei cieli è iniziata ed è quella per le telecomunicazioni satellitari. A lanciare il guanto di sfida, ossia 27 satelliti ad orbita bassa per un Internet più veloce e raggiungibile ovunque, è stata Amazon. Così, con il primo lotto che il colosso americano delle vendite online piazza nello spazio, Jeff Bezos comincia a sfidare Starlink di Elon Musk proprio nel suo campo, quello delle connessioni via satellite. La missione, chiamata Kuiper Atlas 1, è partita dalla Cape Canaveral Space Force Station in Florida alle 19:00 ora locale (le 23 di ieri in Italia), a bordo di un razzo Atlas V della United Launch Alliance che ha portato in orbita i satelliti. Amazon ha investito più di 10 miliardi di dollari nel progetto: entro il 2025, una volta dispiegati i primi 578 satelliti, intende cominciare a utilizzare questa rete per arrivare pian piano a fornire un accesso a Internet ad altissima velocità da ogni angolo del mondo, comprese le aree più remote e le zone di guerra o colpite da disastri. Anche se non è ancora chiaro quanto costerà il servizio di connessione, Amazon promette che sarà accessibile a tutti, secondo la sua consueta formula vincente nell’e-commerce che le ha permesso di conquistare i mercati mantenendo i prezzi bassi.

Anche se con diversi anni di ritardo rispetto a Starlink, Amazon sarà sicuramente un arduo concorrente per Musk nella corsa allo spazio dato che Bezos mira a dispiegare una costellazione di circa 3.200 satelliti in orbita bassa terrestre nei prossimi sei anni: di questi almeno 1.600 satelliti Kuiper arriveranno già entro la metà del 2026. Bezos infatti vuole recuperare rapidamente terreno sulla concorrenza e dispiegherà il resto della sua costellazione nei prossimi mesi e anni, con oltre 80 lanci già ordinati a diverse aziende spaziali, tra cui la sua Blue Origin e perfino SpaceX, la società di Musk. Insomma, il colosso dell’e-commerce si appresta a riscrivere probabilmente gli equilibri del mercato delle telecomunicazioni spaziali, oggi dominate da Starlink, che attualmente conta più di 7.200 veicoli, è in continua crescita e ha già milioni di utenti nel mondo. Dall’inizio dell’anno SpaceX ha già effettuato 31 lanci, l’ultimo giusto nella notte tra domenica e lunedì quando l’azienda di Musk ha celebrato il suo 250esimo lancio. Amazon va a fargli ora concorrenza proprio nel suo campo: quello dei satelliti che operano in orbita bassa, consentendo scambi di dati molto più rapidi rispetto ai satelliti più grandi situati a oltre 35.000 km dalla Terra.

Da qua giù, intanto, investitori, utenti e aziende che offrono servizi nelle telecomunicazioni si domandano quali saranno i risvolti di questa corsa verso lo spazio. L’arrivo di più satelliti e della concorrenza tra diverse aziende nei cieli «potrebbe essere un’opportunità per integrare nuovi servizi a quelli esistenti, dare ai clienti un’offerta più ampia e quindi migliore», ci spiega per esempio Roberto Basso, direttore degli Affari esterni e sostenibilità di Wind Tre. Dal punto di vista di chi commercia servizi per le telecomunicazioni, «potrebbero anche esserci delle minacce perché siamo in presenza di attori che ambiscono a sviluppare un’offerta globale e dispongono di risorse per entrare in altri settori, tuttavia le regole in vigore nelle diverse aree del mondo dovrebbero evitare che le telecomunicazioni si trasformino in una giungla». Del resto, già ora capita che un servizio come quello delle telecomunicazioni venga venduto sotto costo, da aziende provenienti da altri settori, come leva per fidelizzare i propri clienti. Ancor prima di rivolgere lo sguardo al cielo, dunque, le sfide per il futuro delle aziende delle telecomunicazioni consistono nel far sì che le istituzioni italiane ed europee «sottopongano tutti alle stesse regole in modo che nessuno possa fare dumping danneggiando il settore». Rimanendo invece “coi piedi per terra” e in particolare alle questioni legate al servizio cellulare, sarà importante infine «avere dei chiarimenti con largo anticipo su quali saranno le condizioni alle quali verranno date le concessioni per l’uso delle licenze elettromagnetiche che sono tutte in scadenza nel 2029», conclude Basso.​​​​​​​​
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: