mercoledì 17 febbraio 2021
Draghi, nel ricordare quanto sia illusorio pensare a un mondo che torni identico a prima, cita il pontefice. E per spiegare la pandemia sociale si affida ai dati di Caritas italiana.
Mario Draghi in udienza dal Papa il 19 ottobre 2013

Mario Draghi in udienza dal Papa il 19 ottobre 2013 - Vatican Media

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Non abbonda di citazioni, il discorso di Mario Draghi. L'unica citazione davvero politica è quella di Cavour a proposito delle riforme: «Le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano».

Per provare ad immaginare il mondo post-Covid, il premier si affida a papa Francesco: "Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l'opera del Signore”.

Si tratta di un passaggio che Draghi utilizza per spiegare quanto sia illusorio pensare di tornare al mondo di prima, come se dopo il Covid bastasse semplicemente «accendere l'interruttore». E che pone all'inizio di un'ampia argomentazione che si conclude nell'impegno di correggere il Recovery plan italiano proprio nella parte riguardante la transizione ecologica.

Mentre invece si ferma sullo stato del Paese dopo un anno di pandemia, Draghi utilizza gli ultimi report della Caritas per far comprendere la gravità della situazione: «Si è anche aggravata la povertà - dice il premier al Senato -. I dati dei centri di ascolto Caritas, che confrontano il periodo maggio-settembre del 2019 con lo stesso periodo del 2020, mostrano che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, degli italiani, che sono oggi la maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa, di fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza».

Nel ricordare le qualità del Paese, Draghi va oltre la forza di fuoco economica: «Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano». E nell'elencare le correzioni al Recovery plan, il premier assicura: «Chiariremo il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso i meccanismi di finanziamento a leva (fondo dei fondi)».

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