lunedì 13 gennaio 2025
In diverse città si sono tenute manifestazioni, alcune con disordini: 18 gli agenti feriti. Meloni: «Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza». Le parole di Zuppi
Corteo per Ramy a Roma, scontri tra partecipanti e polizia

Corteo per Ramy a Roma, scontri tra partecipanti e polizia - Ansa

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Non è servito a nulla l'ennesimo appello della famiglia di Ramy a non fare del loro dolore il pretesto per la violenza: da Roma a Bologna nel fine settimana sono esplose le proteste per chiedere giustizia per il giovane del quartiere Corvetto di Milano, morto il 24 novembre scorso per un incidente avvenuto durante l'inseguimento dei carabinieri. In diverse città si è arrivati agli scontri con un bilancio finale di 18 agenti feriti: otto a Roma e dieci con contusioni lievi a Bologna.

Le prime proteste degenerate in atti violenti si sono svolte a Torino giovedì scorso. A seguire, le manifestazioni di sabato a Roma e Bologna sono esplose in guerriglia. Nella capitale un corteo organizzato si è scontrato con le forze dell'ordine. Alcuni manifestanti hanno lanciato bombe carta verso gli agenti, ferendone alcuni. «Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni – ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – ieri sera a Roma abbiamo assistito all'ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle forze dell'ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte».

Nel capoluogo emiliano, invece, dei gruppetti che avevano partecipato al presidio previsto, hanno poi compiuto atti di vandalismo in giro per la città, rompendo vetrine, auto, cassonetti e fioriere. Un gruppetto ha imbrattato anche la via in cui ha sede la sinagoga con scritte per Ramy e per Gaza. «Non c’è giustificazione per qualsiasi violenza e condanniamo l’inaccettabile e mai estinto seme dell’antisemitismo – ha commentato l’Arcivescovo di Bologna, Card. Matteo Zuppi in merito all'assalto nei pressi della sinagoga –. E condanniamo con fermezza la violenza contro le Forze dell’Ordine». In molti hanno commentato quello che l'ambasciatore d'Israele in Italia, Jonathan Peled, ha definito «un grave attacco antisemita, che deve essere condannato con assoluta fermezza». Dopo questi fatti la comunità ebraica ha invitato Matteo Lepore a togliere dal palazzo comunale la bandiera della Palestina. Anche per il sindaco di Bologna «non vi è stata nessuna manifestazione politica, ma solo devastazione, un fatto di enorme gravità».

Una manifestazione si è svolta anche nel milanese, ma è stata pacifica, anche grazie alla presenza dei familiari. E mentre proseguono le identificazioni dei responsabili di atti violenti fatti in memoria del figlio19enne, i parenti insistono con il loro appello alla moderazione: «Il nostro unico desiderio è che la giustizia sia fatta senza alcuno sfruttamento o manipolazione. Siamo profondamente rattristati e preoccupati nell'apprendere che il nome di Ramy viene utilizzato come scusa per atti di violenza».

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