giovedì 12 ottobre 2023
La decisione dopo la protesta delle famiglie. L'ufficio scolastico regionale: non erano ancora stati rimessi dopo i lavori estivi, sono di nuovo al loro posto. La preside: nessuna battaglia
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Il crocifisso torna al suo posto, nelle aule della scuola media Odoardo Focherini di Carpi. Nei giorni scorsi, un gruppo di genitori e insegnanti aveva chiesto alla Dirigente scolastica Federica Ansaloni di ripristinarne la presenza alle pareti del plesso, dopo che, a seguito di una ristrutturazione estiva, era stato tolto.

Nella missiva, inviata alla preside, famiglie e docenti chiedevano ragione del gesto ed esprimevano "delusione per le modalità adottate e per i tempi scelti”. Sottolineavano inoltre che l’atto non rispondeva “ad alcuna protesta o richiesta di rimozione da parte di docenti o famiglie di alunni di altre confessioni religiose”, trattandosi quindi di una decisione personale e unilaterale della Dirigente. Di ieri è la notizia dell’avvenuta riaffissione dei crocifissi in tutte le aule. Non si tratta di una marcia indietro, però, secondo il Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari, bensì di un fraintendimento di fondo.

“A seguito degli articoli di stampa che si sono interessati della vicenda in questi giorni, la dirigente Ansaloni ha inviato una comunicazione scritta all’Ufficio scolastico regionale, per assicurare che nessuno aveva disposto la rimozione dei crocifissi: semplicemente, non erano stati ancora rimessi dopo la riqualificazione estiva degli spazi, ma mi risulta che ieri siano tornati al loro posto”, dice Versari ad Avvenire.

Nel frattempo, la preside Ansaloni ha fatto sapere che "non è in atto alcuna battaglia contro i crocifissi, né alcun divieto a riguardo, né sollevazione dei docenti”.

A chi aveva protestato ha riferito che, a suo avviso, “i problemi della scuola, che ho molto a cuore, sono ben altri. È vero che abbiamo svuotato le aule per costruirne di nuove in una nuova ottica organizzativa. I crocifissi possono tornare, insieme a tutto il resto”, ha detto, aggiungendo una nota polemica verso chi, a suo avviso, avrebbe solo voluto scatenare divisioni.

A quanto pare, però, non siamo di fronte a una decisione della dirigente, sebbene la versione di docenti e famiglie che hanno firmato la lettera a lei indirizzata sia ben diversa, dal momento che riferiscono di una vera e propria rivendicazione del gesto da parte sua. Lo scorso settembre il tema del crocifisso nelle scuole era tornato all’attenzione del dibattito pubblico a seguito di una proposta di legge della Lega volta a prevedere l’obbligo di esporre il crocifisso “in luogo elevato e ben visibile” in tutte le scuole, negli uffici della pubblica amministrazione, nelle carceri italiane, negli ospedali, nelle stazioni, nei porti e negli aeroporti.

Ma la normativa è già molto chiara, come ricorda Stefano Testa Bappenheim, professore di Diritto canonico ed ecclesiastico della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino, autore del volume ‘I simboli religiosi nello spazio pubblico. Profili giuridici comparati’ e grande esperto del tema, che riferisce come la presenza dei simboli religiosi nello spazio pubblico sia “una caratteristica comune a moltissimi Paesi europei, agli Usa e a Paesi dell’America Latina, evidente fenotipo d’un sentimento popolare diffuso e, in quanto tale, sinceramente albergante nel cuore dei popoli, e non frutto d’alchimie politiche”.

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