Malagola: «Fdi distante dall'ultradestra. Reintroduciamo le preferenze»
Il premierato riduce le distanze tra politica e Paese. Migranti e povertà, serve lavoro e non assistenzialismo. In prima fila sulla partecipazione agli utili»

Lorenzo Malagola ha 42 anni, sposato e padre di tre figli, è alla prima esperienza da deputato (eletto con Fdi) ma con una significativa storia alle spalle: è stato consigliere comunale a Milano e capo segreteria tecnica di Maurizio Sacconi, già ministro del Lavoro, e di Angelino Alfano, ex vicepresidente del Consiglio. Dal 2014 al 2022 è stato segretario generale della fondazione De Gasperi.
Che cosa l’ha convinta ad aderire al progetto conservatore?
Ho aderito con convinzione a Fratelli d’Italia perché condivido la sfida di Giorgia Meloni di consolidare un fronte largo alternativo alla sinistra progressista, capace di raccogliere attorno a sé le anime che si ispirano ai valori conservatori, tenendo insieme destra storica, cattolicesimo liberale e riformismo.
Nel Pd i cattolici appaiono in difficoltà. Nel centrodestra, invece, sembrano a loro agio. Su accoglienza dei migranti e lotta alla povertà però dall’opposizione piovono critiche.
Dopo tanti anni, un governo italiano ha deciso di rimettere al centro della propria agenda il Mediterraneo. Il Piano Mattei è l’idea di un aiuto allo sviluppo non predatorio, che sostanzia il diritto a non emigrare di cui parla papa Francesco. Così il decreto flussi, cioè l’idea che il lavoro e non l’assistenzialismo sia la chiave di ingresso e di inclusione in una società. E anche sulla povertà il governo Meloni ha dimostrato di avere le idee chiare: il lavoro è il principale fattore per combattere l’esclusione sociale. Chiaramente non lasciamo indietro nessuno, in particolare per coloro che non sono nelle condizioni di avere un impiego è stato previsto l’Assegno di inclusione.
Questa legge elettorale premia i gruppi dirigenti e penalizza le espressioni della società civile. I cattolici non potrebbero farsi promotori di un nuovo sistema di voto?
La riforma della Costituzione e della forma di governo imporranno anche una modifica del sistema di voto. Ricordo che Fratelli d’Italia nella scorsa legislatura è stato il solo partito a proporre la reintroduzione delle preferenze, metodo che ancora oggi è forse l'unico a garantire un'espressione piena della società civile e della libertà di voto degli elettori.
L'elezione diretta del premier non rischia di penalizzare i corpi intermedi, centrali nella visione della Dottrina sociale?
Al contrario, l’elezione diretta comporterebbe una maggiore facilità di interlocuzione tra corpi intermedi ed istituzioni, facilitandone il confronto e riducendone le distanze. Del resto, lo vediamo già con l'elezione diretta dei governatori e dei sindaci, dove l'affluenza al voto è storicamente più alta.
In Europa condivide la linea di Tajani che esclude intese con l'ultra destra, alleata della Lega?
A noi interessa rafforzare la presenza e il prestigio dei conservatori per cambiare quegli equilibri che in Europa si sono da troppo tempo cristallizzati. È evidente che tra noi e l'ultradestra esiste una distanza incolmabile ed è altrettanto evidente che un dialogo con il Partito popolare europeo sarebbe sicuramente più favorevole ai nostri valori e all'Europa dei popoli e delle Nazioni. Non della tecnocrazia progressista.
Come evitare che la rivalità politica alimenti le divisioni fra cattolici e su quali terreni va cercata una convergenza per il bene comune?
Papa Francesco ci ha invitati più volte a “scendere dal balcone”. I cattolici devono contribuire a far riscoprire nelle persone e nella società la passione per la res pubblica. Indico due spunti, fra gli altri:la parità scolastica e la legge di iniziativa popolare proposta dalla Cisl per la partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa che sto seguendo personalmente in commissione Lavoro.
Che cosa l’ha convinta ad aderire al progetto conservatore?
Ho aderito con convinzione a Fratelli d’Italia perché condivido la sfida di Giorgia Meloni di consolidare un fronte largo alternativo alla sinistra progressista, capace di raccogliere attorno a sé le anime che si ispirano ai valori conservatori, tenendo insieme destra storica, cattolicesimo liberale e riformismo.
Nel Pd i cattolici appaiono in difficoltà. Nel centrodestra, invece, sembrano a loro agio. Su accoglienza dei migranti e lotta alla povertà però dall’opposizione piovono critiche.
Dopo tanti anni, un governo italiano ha deciso di rimettere al centro della propria agenda il Mediterraneo. Il Piano Mattei è l’idea di un aiuto allo sviluppo non predatorio, che sostanzia il diritto a non emigrare di cui parla papa Francesco. Così il decreto flussi, cioè l’idea che il lavoro e non l’assistenzialismo sia la chiave di ingresso e di inclusione in una società. E anche sulla povertà il governo Meloni ha dimostrato di avere le idee chiare: il lavoro è il principale fattore per combattere l’esclusione sociale. Chiaramente non lasciamo indietro nessuno, in particolare per coloro che non sono nelle condizioni di avere un impiego è stato previsto l’Assegno di inclusione.
Questa legge elettorale premia i gruppi dirigenti e penalizza le espressioni della società civile. I cattolici non potrebbero farsi promotori di un nuovo sistema di voto?
La riforma della Costituzione e della forma di governo imporranno anche una modifica del sistema di voto. Ricordo che Fratelli d’Italia nella scorsa legislatura è stato il solo partito a proporre la reintroduzione delle preferenze, metodo che ancora oggi è forse l'unico a garantire un'espressione piena della società civile e della libertà di voto degli elettori.
L'elezione diretta del premier non rischia di penalizzare i corpi intermedi, centrali nella visione della Dottrina sociale?
Al contrario, l’elezione diretta comporterebbe una maggiore facilità di interlocuzione tra corpi intermedi ed istituzioni, facilitandone il confronto e riducendone le distanze. Del resto, lo vediamo già con l'elezione diretta dei governatori e dei sindaci, dove l'affluenza al voto è storicamente più alta.
In Europa condivide la linea di Tajani che esclude intese con l'ultra destra, alleata della Lega?
A noi interessa rafforzare la presenza e il prestigio dei conservatori per cambiare quegli equilibri che in Europa si sono da troppo tempo cristallizzati. È evidente che tra noi e l'ultradestra esiste una distanza incolmabile ed è altrettanto evidente che un dialogo con il Partito popolare europeo sarebbe sicuramente più favorevole ai nostri valori e all'Europa dei popoli e delle Nazioni. Non della tecnocrazia progressista.
Come evitare che la rivalità politica alimenti le divisioni fra cattolici e su quali terreni va cercata una convergenza per il bene comune?
Papa Francesco ci ha invitati più volte a “scendere dal balcone”. I cattolici devono contribuire a far riscoprire nelle persone e nella società la passione per la res pubblica. Indico due spunti, fra gli altri:la parità scolastica e la legge di iniziativa popolare proposta dalla Cisl per la partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa che sto seguendo personalmente in commissione Lavoro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






