venerdì 23 novembre 2018
La nave italiana Mare Jonio, con le imbarcazioni di salvataggio spagnola Open Arms e tedesca Sea Watch, si dirigono verso il Mar Libico. Al via una vasta operazione di pattugliamento
(Mich Seixas / Operazione Mediterranea)

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Tornano in mare aperto per la prima volta insieme la nave Mare Jonio dell’operazione a bandiera italiana Mediterranea, assieme alle imbarcazioni di salvataggio dell’Ong spagnola Open Arms e della tedesca Sea Watch. I vascelli di salvataggio sono salpati giovedì pomeriggio e si stanno dirigendo nel Mar Libico. Si apre così nel Canale di Sicilia una vasta operazione congiunta di pattugliamento e soccorso nelle acque internazionali a pochi giorni di distanza dal sequestro preventivo della nave Aquarius disposto dalla Procura di Catania per via di presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo, che secondo l’accusa sarebbero stati scaricati in maniera indifferenziata in 11 porti italiani.

«Il soccorso in mare continua a essere un dovere»: è il motto rilanciato da Operazione Mediterranea, un progetto promosso da diverse associazioni, Ong e parlamentari italiani attraverso già due missioni di cui è stata protagonista l’imbarcazione Mare Jonio, battente bandiera italiana, che ha svolto «attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione» in cui si trovano i migranti che «in assenza di soccorsi» tentano di raggiungere le coste italiane dalla Libia.

L’idea è nata a luglio, quando il governo Lega-M5S ha cominciato a chiudere i porti alle navi delle ong e a cambiare il modo in cui era stato interpretato fino a quel momento il concetto di “porto sicuro”.
Il progetto - raccontato in presa diretta da Avvenire - è stato appoggiato da organizzazioni di tipo diverso – Arci, Ya Basta Bologna, il magazine online I Diavoli, imprese sociali come Moltivolti di Palermo, e poi le donazioni di parrocchie e associazioni culturali, oltre ai 3.000 cittadini che sostengono l’iniziativa con offerte private – e naturalmente da alcune ong, come la tedesca Sea-Watch, che ora dopo il dissequestro della proprio nave affiancherà la Mar Jonio assieme alla nave di Open Arms.

L’instabilità in Libia e le frequenti partenze dalla Tunisia hanno fatto aumentare la frequenza delle partenze e, purtroppo, anche quelle dei naufragi. Proprio quello che la missione umanitaria congiunta vuole scongiurare.

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