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Baita celeste

Eraldo Affinati venerdì 16 giugno 2023
Il 16 giugno di quindici anni fa Mario Rigoni Stern tornava nella sua baita celeste, lassù nelle contrade di Asiago, fra Cima Italia e Malga Portule, il Monte Cengio e l’Ortigara, dove l’Altipiano dei Sette Comuni rivela ancora oggi la sua bellezza più autentica. Uno scorcio di rocce, abeti e pini mughi, dall’Osteria del Termine alla ripida scoscesa che dalla Calà del Sasso sprofonda in Valsugana: questo spazio fatato a lui faceva pensare alla Russia, ai combattimenti di Nikolaevka per sganciarsi dalla micidiale sacca sovietica, ma anche ai tanti gesti di generosità a cui ebbe modo di assistere, compreso quello, celeberrimo, dei soldati con la Stella Rossa cucita sul petto i quali, invece di ucciderlo quando per caso capitò davanti a loro mentre mangiavano, lo invitarono a posare il fucile e spezzare il pane. Me lo immagino impegnato a zappare nell’orto, col cane Sirio che gli scodinzola dietro e Anna Maria pronta a richiamarlo in casa per la cena prima che venga buio. È stato uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento, autore di almeno due capolavori, Il sergente nella neve e Storia di Tönle, stilista imprevedibile con un respiro epico difficile da trovare nel regesto spesso aulico delle nostre patrie lettere. Per me e mia moglie un amico che non dimenticheremo mai. © riproduzione riservata