Un mouse (e un prof) speciale per Niccolò
La storia di un liceale disabile di Fiorenzuola e del docente di sostegno che si è inventato un modo - ipertecnologico ma semplicissimo - per rimuovere gli ostacoli alla sua voglia di comunicare

«Prof, mi presta un dito?». Altro che battuta. Niccolò Stecconi, studente al quarto anno del liceo delle Scienze Umane all’istituto Mattei di Fiorenzuola, riesce a scrivere al computer solo con una mano. Parrebbe un problema da poco. Ma come si fa a inserire un carattere speciale se non si riescono a schiacciare due tasti in contemporanea, come richiedono i comandi della tastiera? Nemmeno il dispositivo super-tecnologico acquistato l’anno scorso dalla scuola aveva risolto la situazione. Niccolò aveva sempre bisogno di un dito "in prestito". Fino a quando, sul banco, ha trovato una sorpresa: un mouse su misura per lui, creato dal professor Pasquale Ventorino, casertano, trent’anni, da quattro nel team dei docenti di sostegno della scuola emiliana, ma con un diploma – e una grande passione – per l’informatica.
«Pur non avendo mai seguito Niccolò, lo conosco bene. Mi sono detto: vediamo se sono capace di costruire qualcosa che lo aiuti a svolgere le attività didattiche quotidiane». La docente di sostegno Manuela Bricconi gli spiega le esigenze del ragazzo, il docente di elettronica Stefano Patruno garantisce preziosi consigli, la scuola fornisce i pezzi necessari. Così, sera dopo sera, prende forma una sorta di console da videogiochi: a destra, il joystick per muovere il cursore, simile a quello che Niccolò usa per spostarsi con la carrozzina; a sinistra, cinque tasti colorati, «riprogrammabili a seconda delle esigenze di chi lo usa», puntualizza Ventorino. Il tasto che fa la differenza, nel caso di Niccolò, è quello bianco, lo shift, perché gli permette finalmente di inserire i caratteri speciali in piena autonomia, senza dover più dipendere da altri. Il mouse non ha bisogno di batteria, è compatibile con qualsiasi pc, tablet o smartphone, non necessita di software né di scaricare applicazioni. Mica male, per una spesa di 50 euro circa.
Non è la prima volta che il prof Ventorino si fa provocare dagli incontri con i suoi studenti. «Ho progettato una "mano" per consentire ai ragazzi sordociechi di scrivere tramite il linguaggio Malossi, ma non l’ho mai realizzata, è costosa». Dal progetto per Niccolò, invece, scaturirà un lavoro con gli studenti, pensando a un altro ragazzo con disabilità. «Nel mondo della scuola si parla tanto di "apprendere ad apprendere", ma c’è bisogno di sviluppare anche la competenza che io chiamo "aiutare ad aiutare" – riflette –. Gli studenti, costruendo un oggetto concreto, apprendono e, al tempo stesso, aiutano un compagno a superare una difficoltà».
Niccolò non nasconde la soddisfazione. Il mouse rimarrà a lui anche dopo il diploma e potrà servigli sul lavoro: «Vorrei fare il bibliotecario». L’altro sogno riguarda il mondo del calcio, lo stesso che – complice una gita per assistere alla "Partita del cuore" – gli ha fatto conoscere Ventorino. «Sono tifosissimo dell’Inter, perché ci aveva giocato mio nonno, Gabriele Gualazzini. Mi piacerebbe tanto seguire una partita a bordo campo. Porterei anche il professore. E pazienza se lui è juventino...».
«Pur non avendo mai seguito Niccolò, lo conosco bene. Mi sono detto: vediamo se sono capace di costruire qualcosa che lo aiuti a svolgere le attività didattiche quotidiane». La docente di sostegno Manuela Bricconi gli spiega le esigenze del ragazzo, il docente di elettronica Stefano Patruno garantisce preziosi consigli, la scuola fornisce i pezzi necessari. Così, sera dopo sera, prende forma una sorta di console da videogiochi: a destra, il joystick per muovere il cursore, simile a quello che Niccolò usa per spostarsi con la carrozzina; a sinistra, cinque tasti colorati, «riprogrammabili a seconda delle esigenze di chi lo usa», puntualizza Ventorino. Il tasto che fa la differenza, nel caso di Niccolò, è quello bianco, lo shift, perché gli permette finalmente di inserire i caratteri speciali in piena autonomia, senza dover più dipendere da altri. Il mouse non ha bisogno di batteria, è compatibile con qualsiasi pc, tablet o smartphone, non necessita di software né di scaricare applicazioni. Mica male, per una spesa di 50 euro circa.
Non è la prima volta che il prof Ventorino si fa provocare dagli incontri con i suoi studenti. «Ho progettato una "mano" per consentire ai ragazzi sordociechi di scrivere tramite il linguaggio Malossi, ma non l’ho mai realizzata, è costosa». Dal progetto per Niccolò, invece, scaturirà un lavoro con gli studenti, pensando a un altro ragazzo con disabilità. «Nel mondo della scuola si parla tanto di "apprendere ad apprendere", ma c’è bisogno di sviluppare anche la competenza che io chiamo "aiutare ad aiutare" – riflette –. Gli studenti, costruendo un oggetto concreto, apprendono e, al tempo stesso, aiutano un compagno a superare una difficoltà».
Niccolò non nasconde la soddisfazione. Il mouse rimarrà a lui anche dopo il diploma e potrà servigli sul lavoro: «Vorrei fare il bibliotecario». L’altro sogno riguarda il mondo del calcio, lo stesso che – complice una gita per assistere alla "Partita del cuore" – gli ha fatto conoscere Ventorino. «Sono tifosissimo dell’Inter, perché ci aveva giocato mio nonno, Gabriele Gualazzini. Mi piacerebbe tanto seguire una partita a bordo campo. Porterei anche il professore. E pazienza se lui è juventino...».
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