L'amore che allontana il dolore catttivo
Ci sono molte cose di cui abbiamo paura e che ci provocano dolore: la morte, la separazione dalle persone che amiamo, la malattia, la perdita del lavoro e molto altro. Ma il dolore per ciò che di negativo accade non è sempre uguale, e la sua profondità non è sempre proporzionata alla causa oggettiva che lo ha provocato. Esiste infatti un dolore particolarmente intenso e difficile, ed è quello che potrei definire il dolore "cattivo". Non perché possa esistere un dolore "buono": il dolore, in sé, non è mai cosa buona e non può essere perciò una sorgente naturale di bene. Ma anche se non esiste un dolore buono, il dolore cattivo invece esiste, e provoca lacerazioni profonde talvolta molto difficili da rimarginare. Riflettevo su questo oggi, dopo l'incontro con una cara amica; mi aggiornava sul marito, invalido da anni per una malattia progressiva e senza possibilità di guarigione. La loro è una relazione delicata e complessa, perché fare l'infermiera del proprio uomo non è mai facile; amarlo davvero richiede di saper preservare dentro di sé anche la sua immagine positiva e il senso del suo valore. La malattia cronica rappresenta perciò una condizione di estrema difficoltà; a mente fredda, una situazione che sembra il peggio che possa capitare in un matrimonio. Mi ha perciò molto colpito sentirle dire, prima di salutarci: «Malgrado tutto sono serena. Non farei cambio con mia sorella, che si sta separando; da quando hanno preso questa decisione sta malissimo: lei e il marito hanno iniziato una lotta feroce, come se volessero distruggersi». Queste parole sono un esempio del dolore cattivo: quello che porta con sé un carico insopportabile di rabbia e di impotenza; il dolore che troppo spesso accompagna lo strapparsi ormai così frequente delle relazioni d'amore.
Ma anche senza arrivare alle separazioni, tutti noi conosciamo il dolore cattivo, che è capace di insinuarsi in tutte le relazioni di coppia e in quelle tra genitori e figli; lo conosciamo perché nasce dalla nostra limitata capacità di amare, che ci porta a ferire anche le persone cui vogliamo più bene. Il dolore cattivo è la cosa peggiore che anch'io ho incontrato, nella vita come nella professione, e sono certa perciò che il male più vero è sempre il male dell'anima; il vero male è il dolore che si accompagna alla rabbia, che rende duro il cuore e che toglie la pace. È una spirale difficile da interrompere: non venire compresi e amati come desideriamo provoca dolore, il dolore rabbia, la rabbia cattiveria che genera nuove e più profonde ferite; se non impariamo a fermarci in tempo, la distanza provocata da un'incomprensione può arrivare talvolta a generare voragini che nessuna parola sarà poi in grado di colmare. Ferire le persone più vicine è facile, perché di loro conosciamo le vulnerabilità e i lati più segreti; l'affidamento reciproco nato dall'amore può trasformarsi così in un'arma potente, capace di colpire proprio là dove farà più male. È dunque importante educarci al silenzio e all'attesa, per rendere meno incandescenti le parole che dal cuore arrivano alle labbra; è importante saper sospendere in tempo una lite, per tornare a parlarci quando avremo trovato la distanza giusta per vedere le cose anche con gli occhi dell'altro. È importante coltivare sempre nel cuore l'immagine buona di coloro che amiamo, la consapevolezza della loro preziosità, il senso del loro oggettivo valore: sarà più facile in questo modo tenere sempre lontano dalla nostra casa il dolore cattivo, anche nei momenti difficili.
Ma anche senza arrivare alle separazioni, tutti noi conosciamo il dolore cattivo, che è capace di insinuarsi in tutte le relazioni di coppia e in quelle tra genitori e figli; lo conosciamo perché nasce dalla nostra limitata capacità di amare, che ci porta a ferire anche le persone cui vogliamo più bene. Il dolore cattivo è la cosa peggiore che anch'io ho incontrato, nella vita come nella professione, e sono certa perciò che il male più vero è sempre il male dell'anima; il vero male è il dolore che si accompagna alla rabbia, che rende duro il cuore e che toglie la pace. È una spirale difficile da interrompere: non venire compresi e amati come desideriamo provoca dolore, il dolore rabbia, la rabbia cattiveria che genera nuove e più profonde ferite; se non impariamo a fermarci in tempo, la distanza provocata da un'incomprensione può arrivare talvolta a generare voragini che nessuna parola sarà poi in grado di colmare. Ferire le persone più vicine è facile, perché di loro conosciamo le vulnerabilità e i lati più segreti; l'affidamento reciproco nato dall'amore può trasformarsi così in un'arma potente, capace di colpire proprio là dove farà più male. È dunque importante educarci al silenzio e all'attesa, per rendere meno incandescenti le parole che dal cuore arrivano alle labbra; è importante saper sospendere in tempo una lite, per tornare a parlarci quando avremo trovato la distanza giusta per vedere le cose anche con gli occhi dell'altro. È importante coltivare sempre nel cuore l'immagine buona di coloro che amiamo, la consapevolezza della loro preziosità, il senso del loro oggettivo valore: sarà più facile in questo modo tenere sempre lontano dalla nostra casa il dolore cattivo, anche nei momenti difficili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


