sabato 26 ottobre 2019
Non solo Greta Thunberg, qualunque cosa si pensi di lei. C'è Carola Rackete, discussissima Capitana. E Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane eletta nel Congresso Usa, che sfida Donald Trump. La pachistana Malala Yousafzai, sopravvissuta a un attentato talebano, la più giovane Nobel di sempre. E Tabata Amaral, ragazzina anti-Bolsonaro. Una schiera di fanciulle che, come Jeanne D'Arc, scendono in campo più o meno armate per rimettere al mondo il mondo, compito che Maria di Nazareth portò a perfezione. A quanto pare quando le cose vanno davvero storte arriva qualche ragazzina a rimetterle a posto con la propria forza virginale, intatta e incorrotta e perciò piena e potente.
Piccole madri del nuovo, vere o presunte portatrici di salvezza. Come Lucia, Agata e Rosalia, vergini martiri (testimoni) ancora oggetto di grande devozione. Come Antigone la Disubbidiente.
Il lavoro tocca a loro. E il movimento è sempre lo stesso: un gesto di rivolta della fanciulla, qualcosa di immaginifico e di grande: una traversata transoceanica, un disperato salvataggio in mare. La platea che si divide, chi si inginocchia in adorazione e chi scaglia pietre (o eventualmente erge patiboli e accende roghi).
Che Greta sia vera o solo un Avatar proiettato dall'inconscio globale e mediatizzato, un fatto è certo: qualcosa a questo mondo, è chiaro a tutti, non sta andando per il verso giusto.
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