La sfida di Tim Berners-Lee, padre del web: liberarci dal giogo di Facebook e Google
venerdì 5 ottobre 2018

Sembra una storia perfetta per un film. Uno scienziato che, 30 anni fa, ha inventato il web con un collega, ora che avrebbe quasi l'età per andare in pensione decide di lavorare a un progetto rivoluzionario. L'informatico vuole infatti liberarci e liberare il web dai colossi che negli ultimi anni hanno centralizzato dati e potere, diventandone di fatto i padroni. Così, dopo averci lavorato in segreto per anni, dà vita a una start up denominata Inrupt, il cui obiettivo è togliere il controllo del web a giganti come Google, Facebook e Amazon con una piattaforma libera denominata Solid.
Non so se da questa storia verrà mai tratto un film, ma so che la sfida lanciata da Tim Berners-Lee è seria e molto importante. «Il web moderno – ha spiegato lui stesso – è diventato un motore di iniquità e divisione, influenzato da potenti forze che lo usano per i propri obiettivi». La soluzione è semplice quanto ambiziosa: dare alle persone il controllo completo dei propri dati. Per farlo Berners-Lee ha creato Solid. «Si tratta di una piattaforma open source (cioè non controllata da nessuno) basata sul web esistente che permette a chiunque di avere il controllo sulle sue informazioni personali e gli consente di decidere dove vadano memorizzate, chi può visualizzarle e quali app possono accedervi». In pratica: non ci si dovrà mai più registrare ai siti, lasciando i nostri dati e non servirà nemmeno più «loggarsi» a servizi, app e social. I dati li avremo noi e permetteremo alle applicazioni di leggere solo quelli che servono per darci il servizio che vogliamo, solo per il tempo necessario ad erogarlo. Insomma, non saremo più «schiavi» o «manipolabili».
Sono anni che gli informatici come Bernars-Lee sognano di ridare un volto umano e democratico al web. Ma questo, come ha ammesso lui stesso, «è il momento giusto per provarci davvero». Con lo scandalo di Cambridge Analytica infatti le persone hanno scoperto quanto sia facile usare i loro dati per fini tutt'altro che nobili. Così il professor Berners-Lee si è preso un anno sabbatico dal Mit, il Massachusetts Institute of Technology, cioè da una delle più prestigiose università del mondo, con laboratori tecnologici talmente all'avanguardia da farli sembrare usciti da un film di fantascienza. «Ho immaginato a lungo questo progetto», ha spiegato a Fastcompany.com. «E l'ho pensato basato su due concetti: libertà e semplicità». Per questo, spiega, usare Solid sarà facile e altrettanto facile sarà creare un nuovo web dove nessuno può controllarci. Dal calendario degli appuntamenti alle ricerche web, dai video alle chat, dalle librerie musicali alla posta elettronica ai social, la piattaforma di Berners-Lee promette di liberare tutto. Il suo team sta lavorando persino ad una versione «libera» e «decentralizzata» di Alexa, l'assistente digitale di Amazon che con Google Assistant sta cambiando il web. «Si chiama Charlie. A differenza di Alexa, su Charlie le persone potranno fidarsi. Nessuno userà i loro dati sanitari, gli impegni scolastici dei bambini o i documenti finanziari per controllarli».
Per completare il quadro mancano due interrogativi importanti. Il primo: come reagiranno i colossi digitali al rischio di perdere il loro potere di controllo e il business dato dalla raccolta (e dal trattamento) dei dati degli utenti? Il secondo: cosa ci guadagnerà da tutto questo Berners-Lee? «La mia vita dimostra che non sono mai stato motivato dal denaro» ha risposto a Fastcompany.com. E sulla possibile reazione dei giganti del web: «Non gli abbiamo certo chiesto il permesso di fare quello che stiamo facendo e non abbiamo intenzione di parlare con loro. Saranno loro a dovere convincere le persone a regalare loro ancora i propri dati, quando queste avranno una valida alternativa per non farlo».
Pensateci: sarebbe davvero una rivoluzione, se un signore di 63 anni – insieme a tanti altri programmatori informatici sparsi nel mondo – avesse trovato il modo di sconfiggere i colossi digitali o almeno di limitare pesantemente il loro strapotere.

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