Gli esercizi spirituali per guarire dal capitalismo
venerdì 3 febbraio 2023
In seguito a un mio articolo su Marx critico del capitalismo, ma non buon profeta sul suo superamento da parte del comunismo, ho ricevuto un'e-mail di Alberto Abruzzese, sociologo della cultura che conosco da quando eravamo studenti universitari. La sua obiezione o integrazione era questa: non è il capitalismo a produrre nel genere umano certi disastrosi difetti; sono piuttosto questi difetti umani a produrre il capitalismo. Un tale rovesciamento del rapporto di causa ed effetto è degno di nota: e mi ha sorpreso soprattutto perché a proporlo è un sociologo. Sul momento la prima cosa che mi è venuta in mente è che nei suoi ultimi anni lo stesso Marx aveva forse intravisto la cosa, dato che, dopo aver studiato il Capitale, si era interessato all'antropologia. Insomma: il problema è di economia politica o di costituzione antropologica? E dov'è la soluzione, se pure di soluzione si può parlare? Chi dopo Marx e con il suo seguace Lenin ha creduto che la soluzione ci fosse e fosse una sola, ha organizzato partiti politici rivoluzionari votati all'abbattimento dello Stato borghese e alla creazione di una società liberata nel comunismo. Ma se invece si rovescia il rapporto di causa ed effetto, indicando come causa del capitalismo i difetti e vizi del genere umano, allora ci vuole un’analisi antropologica di coscienza e, oserei dire, che invece di rivoluzioni ci vorrebbe piuttosto una riscoperta degli esercizi spirituali. Da un paio di secoli gli intellettuali dell’Occidente hanno cancellato l’espressione e la nozione di “esercizi spirituali” dal loro linguaggio e codice culturale. Ma se ne può tentare un recupero se si tiene conto di Pierre Hadot, studioso di filosofia antica e di continuità fra etica greco-latina ed etica non solo cristiana ma perfino neopagana, fino a Goethe, allora, con l'aiuto sia di Freud che delle grandi religioni, gli esercizi spirituali possono essere ripresi in considerazione. Accidia, lussuria, gola, avarizia, invidia, superbia e ira sono vizi abbondantemente sfruttati dal capitalismo: se venissero controllati, il capitalismo risulterebbe riformato, se non abolito. Nel caso che una tale idea vi spaventi, vuol dire (come suggerisce Abruzzese) che siete personalmente, antropologicamente responsabili delle colpe del capitalismo. © riproduzione riservata
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