GENERE E BUSINESS
Qualche settimana fa all'Università Statale di Milano il convegno "Fare e disfare il genere-Contro la violenza eteropatriarcale".
Ho sempre creduto di potermi tutelare meglio da quella violenza radicandomi nella mia differenza femminile. Soggettivo. Ma le oggettività non mancano.
I casi di disforia di genere (origine della transessualità) sarebbero passati dallo 0,1 per cento della popolazione al ragguardevole 1,2 per cento registrato tra i bambini neozelandesi o all'1 per cento degli olandesi. In tutto l'Occidente nascono centri per trattare questi minori con blocco farmacologico della pubertà, propedeutico a successive terapie ormonali e chirurgiche. Un biobusiness colossale.
I media mainstream, italiani compresi, salutano la novità come fattore di progresso. Si minimizzano il dolore e la fatica di questa esperienza limite, che ho visto da vicino e che va in ogni modo rispettata e accompagnata.
L'identità in transizione diventa paradigma dell'umano. Insomma, c'è quasi da augurarselo.
Come ha scritto una militante queer, il cis- (ovvero l'essere a proprio agio nel corpo di nascita) «deve scomparire».
Nel 1984 Ivan Illich profetizzava: «Le società in cui è crollato il regno del genere sono capitalistiche: i loro soggetti neutri sono produttori individuali… la scomparsa del genere degrada le donne più ancora degli uomini». Follow the money. Cercate le tracce del quattrino.
Ho sempre creduto di potermi tutelare meglio da quella violenza radicandomi nella mia differenza femminile. Soggettivo. Ma le oggettività non mancano.
I casi di disforia di genere (origine della transessualità) sarebbero passati dallo 0,1 per cento della popolazione al ragguardevole 1,2 per cento registrato tra i bambini neozelandesi o all'1 per cento degli olandesi. In tutto l'Occidente nascono centri per trattare questi minori con blocco farmacologico della pubertà, propedeutico a successive terapie ormonali e chirurgiche. Un biobusiness colossale.
I media mainstream, italiani compresi, salutano la novità come fattore di progresso. Si minimizzano il dolore e la fatica di questa esperienza limite, che ho visto da vicino e che va in ogni modo rispettata e accompagnata.
L'identità in transizione diventa paradigma dell'umano. Insomma, c'è quasi da augurarselo.
Come ha scritto una militante queer, il cis- (ovvero l'essere a proprio agio nel corpo di nascita) «deve scomparire».
Nel 1984 Ivan Illich profetizzava: «Le società in cui è crollato il regno del genere sono capitalistiche: i loro soggetti neutri sono produttori individuali… la scomparsa del genere degrada le donne più ancora degli uomini». Follow the money. Cercate le tracce del quattrino.
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