Più corridoi umanitari, meno cinismo e passatori
giovedì 10 settembre 2020

A Palermo la Procura della Repubblica ha disposto l’arresto di 14 persone per associazione a delinquere transnazionale, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione illegale, e per una serie di reati collegati, mentre altre quattro persone risultano latitanti. Nel frattempo, anche nel Regno Unito aumentano gli sbarchi, spingendo il premier Boris Johnson a rilasciare una dichiarazione interessante: «Ho molta simpatia per coloro che sono così disperati da mettere i loro figli in gommoni o, addirittura, in piscine per bambini e cercare di attraversare la Manica.

Ma devo dire che quello che stanno facendo è cadere preda di bande criminali». I governi democratici riconoscono il diritto di asilo, magari dichiarano simpatia per i profughi, ma negano loro i mezzi legali per arrivare e chiedere di beneficiare della protezione internazionale. Il trasporto illegale prospera offrendo agli aspiranti viaggiatori i servizi che non possono acquistare in modo lecito e sicuro. Non trasportano i 'nuovi schiavi', come capita di leggere, ma clienti almeno inizialmente consenzienti, disposti a investire ciò che posseggono, e anche ciò che non posseggono, per inseguire la speranza di raggiungere un Paese sicuro a cui chiedere accoglienza. Ne discende un paradosso: quei trafficanti che sulla sponda Nord del Mediterraneo sono identificati come un nemico pubblico e perseguiti dalle leggi, sulla sponda Sud godono spesso di buona reputazione, sono ben visti nelle comunità locali e nelle diaspore, persino grandemente ammirati dalla gente comune, raccomandati a parenti e amici che necessitano dei medesimi 'servizi'.

Al più sono considerati un male necessario: un po’ come gli usurai nelle società pre-moderne, sono 'maledetti ma necessari'. Si può inoltre viaggiare in condizioni molto diverse, anche affidandosi ai passatori. Un rapporto dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur/ Unhcr) sui transiti in Libia ha distinto viaggi organizzati e viaggi frammentati. I primi prevedono un pacchetto completo di servizi, dal Paese di origine a quello di destinazione, sono gestiti da reti transnazionali e strutturati. Sono più costosi e più rapidi: prevedono una permanenza in Libia il più possibile breve. I più efficienti anzi procurano documenti falsi e passaggi aerei, senza neppure costringere i clienti a transiti terrestri. I viaggi del secondo tipo sono invece organizzati dai migranti stessi, che si appoggiano a 'passatori' diversi per ogni segmento del percorso. Sono più economici, ma più lenti e difficoltosi. Spesso i migranti devono fermarsi a ogni tappa per ricevere denaro dai parenti e pagare il transito verso la destinazione successiva. I 'passatori' possono conoscersi e indirizzare i clienti verso i fornitori del passaggio successivo, ma non fanno parte di una rete strutturata. Di qui un altro paradosso: i trasportatori più organizzati in sofisticate reti criminali sono quelli che espongono meno i migranti a rischi mortali o trattamenti disumani. Il medesimo rapporto, come altri studi, supera l’etichetta indistinta di 'traffico' distinguendo poi diverse figure e attività.

L’industria dell’attraversamento illegale delle frontiere comprende trasportatori, coordinatori, intermediari, nonché altri facilitatori coinvolti come fornitori di un singolo servizio. Troviamo qui fornitori di alloggi, addetti alla sicurezza, tesorieri, fino ad arrivare ai finanzieri, che si occupano di reinvestire il denaro raccolto e quindi fungono da anello di congiunzione con l’economia formale. Il traffico, in altri termini, non si esaurisce nel trasporto, e tanto meno nell'attraversamento del Mediterraneo. Stroncare il traffico, in presenza di un’ingente e purtroppo incomprimibile domanda di fuga da guerre e oppressioni, richiederebbe la fornitura di mezzi legali per viaggiare, o di punti di raccolta delle domande di asilo prossimi e raggiungibili. Se non si riesce ad arrivare fin lì, occorre riprendere al più presto a far funzionare e ad ampliare quei 'corridoi umanitari' che hanno offerto una speranza concreta di salvezza a chi vuole sfuggire da terre senza pace e trafficanti senza scrupoli.

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