Condannata a novantasette anni la speranza è che capisca perché
mercoledì 21 dicembre 2022

Ormai arrivano raramente, sempre più raramente, le notizie di arresti e condanne di coloro che han lavorato con compiti di responsabilità nei campi di Sterminio. In questo momento arriva la notizia del processo e della condanna a due anni di carcere di una donna di 97 anni. La cattura fu rivelata da questo giornale il primo ottobre 2021. La donna si chiama Irmgard Furchner, e fu la segretaria del campo di concentramento nazista di Stutthof.

La notizia parla di “campo di concentramento”, ma c’è un’enorme differenza tra “campi di concentramento” e “campi di sterminio”, e la mia impressione è che il campo dove lavorava Irmgard Furchner fosse un “campo senza uscita”, cioè di “sterminio”. Mi vanto di aver avuto l’amicizia e la confidenza di Primo Levi, per il quale l’esistenza del più efficace e terribile dei campi di sterminio era una prova della non-esistenza di Dio, anche se poi mitigava questo disperato giudizio dicendo: “Non trovo una soluzione al dilemma, la cerco ma non la trovo”. Coloro che han lavorato nei campi di sterminio, han lavorato per indurre i prigionieri a pensare che Dio non c’è. Han cancellato Dio dalla mente degli uomini sui quali avevano l’onnipotenza.

È questo che ha fatto Irmgard Furchner. Il suo ruolo era umile, era soltanto una segretaria, ma era indispensabile per il funzionamento del lager, e lei ha contribuito con tutte le forze che aveva affinché il campo continuasse, fosse attivo ed efficiente. Fu dunque una “complice degli omicidi che il campo produceva”, e questi omicidi, durante il suo lavoro, furono circa 10mila. Sono passati tanti anni da allora, esattamente 77, e la donna sperava che la Giustizia si fosse ormai dimenticata di lei. Lei ha adesso 97 anni. Sarebbe giusto dimenticarla? No. L’hanno processata e condannata a due anni, anche se così vecchia. È giusto? Sì. Il male a cui lei ha portato il suo contributo non può andare in prescrizione mai.

Lei e quelli come lei eran convinti che l’umanità fosse sbagliata, che la creazione fosse sbagliata, eran state create razze umane che non avevano il diritto di esistere, e dovevano sparire. La sparizione era un’attività complessa, in cui tutti erano utili, anche le segretarie. Le segretarie battevano ordini, li ciclostilavano, li consegnavano, li diffondevano. Contribuivano alla vita del lager, e cioè alla morte nel lager. A lei viene attribuita la volontarietà nella mancata distribuzione di cibo e acqua ai detenuti. Sapeva di aver fatto morire molti. Sapeva che doveva espiare. Cercava di evitarlo. Si nascondeva. Non rispettava i domiciliari.

L’hanno scoperta mentre si nascondeva nei dintorni di Amburgo. È quasi centenaria, la giustizia ne ha tenuto conto dandole soltanto due anni, e probabilmente in carcere non ci andrà mai, ma è giusto che ci sia la condanna. È giusto per tutti, per le sue vittime, per noi, e – ecco il punto – anche per lei. La speranza è che lei lo capisca. Ma non è una certezza.

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