Assumere la nostra umanità resistere alle passioni tristi
mercoledì 17 agosto 2022

Caro direttore,
è stato un Ferragosto sospeso tra guerra, fatiche e il desiderio di qualche spensieratezza. Città e comuni l’hanno vissuto con i colori di tradizioni e creatività. Musiche, sagre, feste, fuochi d’artificio. Per il calendario cristiano è l’Assunzione di Maria, la madre di Gesù risorto, la prima a entrare col suo corpo nel cielo di Dio. Sul suo giornale lo ha scritto il cardinale Zuppi con parole profonde: «L’intera storia dell’umanità, lungi dall’essere abbandonata al suo destino mortale, vi appare destinata al riscatto di ogni abbondono che la umilia, la ferisce, la perde: nell’anima e nel corpo…».

Leggendo quella frase mi sono detta che un bisogno di assunzione appartiene a tutti, credenti e no. Solamente un anno fa in questi stessi giorni eravamo coinvolti nella tragedia afghana col ritorno dei talebani a Kabul, la fuga rovinosa dell’Occidente, creature lanciate oltre la rete dell’aeroporto per metterle in salvezza e ragazze con gli incubi diventati realtà di un burqa avrebbe preso il posto di un libro e di qualche libertà. Oggi molte di loro continuano a lottare.

Donne e uomini disperati lottano per attraversare il Mediterraneo alla ricerca di un futuro. Lotta il popolo ucraino per la sua indipendenza e contro un aggressore che lo vuole piegare. Lotta per un’altra possibilità chi nel chiuso di un carcere vede spegnersi il domani. Lotta chi deve arrivare a fine mese e non può aiutare un genitore malato. Lotta di chi vuole il diritto alla verità, alla legalità e chi sa manifestare contro soprusi e poteri ingordi o cattivi.

Cosa consente questa forza, cosa ha consentito di guardare oltre i 'forni' del nazismo e di altre atrocità? Cosa sostiene chi con amore accompagna un figlio malato? C’è un filo che lega il cammino collettivo per l’emancipazione e la dignità e il pensiero che ognuno può maturare sulla fede? Forse è la speranza, perché se la togli è come rubare l’aria che serve a respirare. Sono una donna e credo di sapere quanto la politica sia concretezza e serietà del fare. So che ogni problema di lavoro, salute, piccolo o enorme che sia, quando risolto porta sollievo, autonomia e benessere. Quel filo è per me prima di tutto la 'promessa'.

Un’Assunzione per i credenti e allo stesso tempo un’assunzione laica verso una responsabilità che non sia solo aggiustare ciò che non va. Ma è nel decidere che si sceglie con radicalità il riscatto di un altro mondo possibile. È sogno? È ingenuità la mia? Forse. Però mi chiedo se in assenza di una grande speranza non si finisca con l’aiutare chi, da solo o con un disegno politico, scommette sulle passioni tristi. Adesso si sta discutendo di programmi, liste, premiership. Però alla fine quel 25 settembre, data che tanto peserà anche sull’Europa, mi dico che è meglio avvicinarla con gli occhi ingenui dei bambini e delle bambine anziché con lo sguardo cinico di chi vorrebbe rialzare muri mentre una virtù grande e necessaria era ed è riconoscere le altre e gli altri.

già ministra della Repubblica e parlamentare uscente del Pd

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