Dimostrateci che l’Odissea può far male...

Una dieta imposta (che consiglio) per resistere al «politically correct»
January 8, 2021
Dimostrateci che l’Odissea può far male...
Dopo le feste natalizie mi sentivo appesantito e con qualche difficoltà digestiva, mia moglie mi ha fissato un appuntamento con il medico curante, il quale prima di vedermi ha voluto che mi sottoponessi a degli esami ematochimici. Quando glieli ho mostrati è stato zitto per una decina di secondi, poi con il piglio di chi sta proclamando un ultimatum mi ha intimato di limitare l’assunzione di glucosio e grassi per evitare di contrarre il diabete di tipo 2, di bere un solo bicchiere di vino rosso ai pasti per non alterare la funzionalità epatica e di astenermi rigorosamente dall’ascolto e dalla pratica del politically correct se non voglio ridurre il cervello e il cuore a una poltiglia di escrementi.
Di fronte al mio sconcerto circa il divieto assoluto imposto al politically correct, il medico curante mi ha fornito una ponderosa documentazione scientifica a dimostrazione delle sue ferree prescrizioni. Congedandomi sulla porta mi ha detto: «Dimostrazioni, caro mio, servono dimostrazioni che l’Odissea faccia male...». In ascensore ho sfogliato alcuni articoli di giornale dove sono venuto a conoscenza di fatti a dir poco bizzarri: in un paesino del Massachusetts era stato abolito lo studio del capolavoro di Omero perché giudicato razzista, o che il film "Via col vento", sempre per lo stesso motivo, doveva essere censurato; identica sorte per "La lettera scarlatta" di Nathaniel Hawthorne, e così via.
Se è per questo, perfino Montanelli, Churchill e Cristoforo Colombo rischiano, a giudicare dalle proteste, il cartellino rosso.
Di questo passo tra un po’ Ippocrate verrà radiato dall’albo dei medici perché prescriveva decotti alla malva come terapia per la polmonite, i Greci verranno aboliti come popolo poiché 3.000 anni fa autorizzavano la schiavitù, stessa fine faranno tutte le nazioni europee perché fino a qualche decennio fa si affidavano alle monarchie, mentre a Spagna, Regno Unito, Danimarca e Svezia verrà imposto di cambiare nome perché tale pratica è ancora in vigore.
Perfino il vocabolario è stato modificato con un impeto di desiderio di salvaguardia delle cosiddette categorie deboli, fragili o sfortunate: i ciechi sono diventati ipovedenti, i sordi non udenti, quelli in carrozzina portatori di handicap, pardon, diversamente abili; e la lista potrebbe continuare all’infinito: gli spazzini operatori ecologici, le prostitute escort, i bidelli operatori scolastici, i diabetici persone amabilmente dolci, i pompieri addetti allo spegnimento delle fiamme, i politici cittadini diversamente onesti.
Stranamente, da questa ondata di stucchevole politically correct rimane fuori una categoria altrettanto vilipesa: i piccoli, quelli sotto l’uno e sessanta per intenderci, che si continua a chiamarli piccoletti, tappetti, nanetti, soldino di cacio o alla peggio alti un metro e un barattolo.
Certo voi direte, i bassetti, o i sopraddetti piccoletti, potrebbero denunciare queste manifestazioni oltraggiose (l’odioso reato di body shaming) alle autorità competenti, ma non si è ancora compreso quale sia l’Autorità che deve vigilare su queste razzistiche violazioni. Per il momento i social, con le loro orde da tastiera, stanno colmando questo vuoto di cultura e di potere imponendo regole di comportamento, giudizio e soprattutto creando neologismi adeguati. In questo caso i piccoli potrebbero chiedere alle autorità competenti (il nulla? i social?) che anche a loro venga cambiato nome, e al posto delle ingiuriose offese si parli di Portatori di non altezza.
Ho perfino scoperto che anche certi tipi di pasta hanno dei nomi inappropriati tanto che gli è stato imposto un nuovo nome di battesimo: temo che i prossimi a subire un processo saranno i Ditalini e i Bigoli, in odore di sessismo, e gli Strozzapreti, evidenti assassini.
Dopo qualche giorno di dieta forzata mi è venuto da pensare che probabilmente nessun razzista convinto abbia mai letto l’Odissea, che un suprematista maschilista non abbia mai comperato "La lettera scarlatta", che si ignori che a causa di Cristoforo Colombo l’umanità conosce le patate al cartoccio, il doppio cheeseburger, i pop-corn, il baseball, e i film di Capra, e che soprattutto nessun indignato da tastiera abbia mai mangiato un piatto di Strozzapreti al burro fuso. Sarà a causa del Kamut nella mia dieta se mi vengono questi pensieri?
Oddio: ho sentito alla radio che un gruppo di contestatori delle graminacee vuole abolire tutti i cereali che finiscono con una consonante perché sono discriminatori nei confronti delle vocali. #mefrumento

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