venerdì 10 novembre 2023
Ispirati da Elena Croce, con evidenti richiami all'Inferno di Dante, i versi scoperti casualmente da Ida Duretto, sono un'aspra denuncia dello scempio dell'Hotel Fuenti sulla Costiera Amalfitana
Il poeta premio Nobel Eugenio Montale nel 1967

Il poeta premio Nobel Eugenio Montale nel 1967 - WikiCommons

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Si intitola "I grattacieli" la poesia inedita di Eugenio Montale (1896-1981) contro gli "eco-mostri" della Costiera Amalfitana - denuncia in versi di uno dei più noti abusi edilizi della storia italiana, il “mostro” dell'Hotel Fuenti. Ѐ stata scoperta da Ida Duretto, docente di Letteratura italiana all'Università di Kyoto, ex alunna della Scuola normale superiore di Pisa, negli archivi del Fondo manoscritti dell'Università di Pavia. Il testo lirico del Premio Nobel della Letteratura 1975 è pubblicato per la prima volta nel terzo annuario dei "Quaderni montaliani", in libreria per la casa editrice Interlinea dal 10 novembre, per concessione dell’erede Giorgio Montale.

Questo il testo, costruito con chiari riferimenti all’inferno dantesco: «Pare che prima o poi /anzi prima che poi /sugli Aliscampi che splendono/ tra Amalfi e Vietri si vedranno enormi / grattacieli e già sorge dalla cintola insù / l'intellighenzia, con suoi alti piati. /Ma saranno sprecati; grattare il cielo /è ciò che resta a chi non creda più /che un cielo esista».

Si tratta di versi, spiega Ida Duretto nel saggio che accompagna la pubblicazione, preziosi, non soltanto perché inediti, «ma anche per il tema che è unico all'interno della produzione montaliana, con l'affacciarsi di un nuovo paesaggio marino, che non è quello ligure ma quello campano, mai menzionato altrove». Come dicevamo il riferimento è a una causa etico-sociale all’epoca pionieristica e oggi certamente attuale anche se diversamente collocabile nel contesto geopolitico contemporaneo: nell'epoca del boom economico, era la tesi, non è più necessario combattere i totalitarismi, ma la società dei consumi e la distruzione della natura e del paesaggio che essa determina. Tra gli anni Sessanta e Settanta venivano, infatti, costruiti, sul litorale amalfitano, i primi "ecomostri", tra le polemiche degli intellettuali napoletani che si battevano a tutela del territorio. Sulla scogliera a picco sul mare "tra Amalfi e Vietri" fu eretto, tra il 1968 e il 1971, l'Hotel Fuenti, o Amalfitana Hotel («dove già sorge un grattacielo»): lo scempio ecologico fu tale da meritare l'appellativo "mostro" di Fuenti e da suscitare l'indignazione degli ambientalisti italiani, riuniti attorno al gruppo di Italia Nostra, promosso fra gli altri Elena e Alda Croce, Antonio Iannello e Antonio Cederna. Dopo una lotta trentennale, nel 1999, l'albergo fu finalmente demolito.

Il componimento, battuto a macchina sul retro di una traduzione montaliana di W.B. Yeats, presenta diverse stesure. Nelle prime compare, appunto, il nome di Elena Croce, la figlia del filosofo Benedetto, scrittrice e ambientalista, che aveva probabilmente tentato di coinvolgere Montale nel progetto di una proposta di legge sulla tutela dei beni culturali in seguito alla costruzione del Fuenti, sulla quale il poeta e numerosi altri intellettuali si erano già pronunciati criticamente. Il testo, datato 8 marzo 1975 si colloca quindi sulla scia del coinvolgimento ambientalista di Elena Croce. Nel susseguirsi delle stesure i riferimenti danteschi aumentano e la versione finale, che assume il titolo "I grattacieli", appuntato a mano, si fa particolarmente amara nella constatazione finale: «grattare il cielo / è ciò che resta a chi non creda più / che un cielo esista». Da sottolineare che quella di Elena Croce è una figura che viene qui legata per la prima volta alla poesia montaliana sebbene venga citata più volte dal poeta nelle prose, con riferimento ad altri temi. Come ha spiegato Duretto, nell'archivio di Elena Croce presso la Fondazione biblioteca Benedetto Croce è conservata una lettera di Montale, datata "27 gennaio 1975", nella quale il poeta fa riferimento a una prossima visita da parte della scrittrice, che vorrebbe coinvolgerlo in un progetto di cui ancora non conosce i termini precisi - ipotizza che si tratti di «firmare una proposta di legge» e di «cosa che riguarda i “beni culturali”», per cui è pronto a dichiarare la propria disponibilità. In realtà del progetto di Elena Croce non si hanno ulteriori notizie, tuttavia, come accennato, Montale si era già schierato a più riprese contro ''Hotel Fuenti, insieme ad altri influenti intellettuali, come Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Indro Montanelli, Mario Soldati, Franco Zeffirelli. Interessante notare che proprio nel gennaio 1975 nasceva, istituito da Giovanni Spadolini, il Ministero dei Beni culturali e ambientali.

Dal punto di vista della critica letteraria, Duretto accosta questa poesia con una prima stesura di “L'eroismo" poiché l’incipit della prima versione del testo dei “Grattaceli”, «Elena vorrebbe che mi opponessi», richiama quel «Clizia avrebbe voluto che m'ingaggiassi» riferito all'impegno politico nella guerra civile spagnola, relativo, appunto, a “L’eroismo”. La studiosa, inoltre, non esclude che questi componimenti costituissero una serie sull'impossibilità di prendere parte alla vita civile. Sempre in riferimento al testo poetico, i rimandi al contesto dantesco sono chiaramente relativi al paesaggio violato dalla malvagità umana, Duretto così che la "splendida costiera", già "Paradiso terrestre", diviene, dopo la speculazione edilizia, un paesaggio infernale, metaforicamente accostato alla necropoli di Arles, in Provenza, gli Alyscamps.

I "Quaderni montaliani" sono stati avviati in occasione dei quarant’anni dalla scomparsa di Eugenio Montale: l'annuario propone in ciascun fascicolo edizioni di scritti inediti o rari e dispersi, letture e interpretazioni specifiche di testi, oltre a recensioni delle nuove edizioni di commenti e testi montaliani e dei principali contributi monografici.

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