Cos'è la missione?
Condividere la vita dei popoli per portare il Vangelo

di Redazione Michele Autuoro
“Missionaridi speranza tra le genti” è il tema della Giornata missionaria mondiale del 19 ottobre. Cuore di un mese che in quest’Anno Santo chiama tutti a essere al servizio dell’annuncio
October 3, 2025
Cos'è la missione?
Condividere la vita dei popoli per portare il Vangelo
Fra Paolo Maria Braghini, missionario cappuccino a Belém do Solimões, Amazzonia brasiliana
L’ottobre missionario è un appuntamento speciale in quest’anno giubilare che ci vede “Missionari di speranza tra le genti”. Il mese si apre proprio con il Giubileo dei missionari e dei migranti (4-5 ottobre), poiché i missionari come i migranti sull’invito di Gesù hanno lasciato la propria terra per portare la Buona Notizia del Vangelo fino agli estremi confini della terra.
Nella bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, papa Francesco ci invita a leggere i segni dei tempi per individuare la trama di speranza (a volte molto sottile) sottesa negli eventi, per interpretarli, come dice la Gaudium et spes, alla luce del Vangelo, per rispondere in modo adatto ad ogni generazione e trasformarli in segni di speranza. L’agire del missionario è concreto, come le azioni che papa Francesco, richiamando la bolla del Giubileo, chiede di compiere a favore dei più poveri e deboli. Infatti, nei numeri 8-15 indica come impegni concreti costruire la pace, trasmettere una visione della vita carica di entusiasmo, restituire la speranza a chi vive in condizione di disagio, come i detenuti e gli ammalati, impegnandosi ad includere quanti si trovano in condizioni di fragilità. Si parla ancora di segni di speranza per i giovani che sono «la gioia e la speranza della Chiesa e del mondo», per i migranti affinché le loro attese non siano vanificate da pregiudizi e chiusure. Segni di speranza meritano gli anziani e i miliardi di poveri che non hanno voce, come anche l’accesso ai beni della terra (acqua e cibo) che dovrebbe essere destinato a tutti.
Tutto questo è al centro della Giornata missionaria mondiale che si celebrerà il prossimo 19 ottobre: un momento molto sentito nelle parrocchie, sul territorio e dalle Chiese che sono in Italia, perché allarga lo sguardo al mondo intero e ci invita a gesti di solidarietà. Siamo chiamati ad avere uno sguardo universale, a pensare a quanti attendono l’annuncio del Vangelo. Oggi su oltre otto miliardi di persone che vivono sul pianeta, più di cinque non hanno ancora ricevuto l’annuncio della Buona Novella: il missionario è chiamato a seminare la gioia del Vangelo, guardando al mondo con gli occhi di Gesù, cogliendo la crescita del Regno di Dio come nelle parabole evangeliche. L’orizzonte della missione della Chiesa universale raccoglie una moltitudine di uomini e donne in situazioni molto diverse, un mosaico di etnie, di città e periferie estreme, in cui abitano tante forme di emarginazione non solo materiali, ma anche esistenziali.
Il senso della vita di chi va in missione è condividere fino in fondo la vita dei popoli di cui si fa prossimo, calandosi nella cultura, nello stile di vita, nella lingua di mondi nuovi, sul modello di Dio che si è fatto carne. Le narrazioni di chi ha scelto l’ad gentes come frontiera di vita sono ancora ascoltate volentieri dalla nostra gente: sono parole di Vangelo fatto di gesti e scelte concrete, spesso coraggiose e coerenti. Sono religiosi, religiose e sempre più laici che hanno fatto del Vangelo la misura di tutta la loro vita, e per questo li ringraziamo.
Le Pontificie Opere Missionarie ci ricordano che quest’impegno per la missione è di tutti, giovani, adulti e famiglie, ma anche dei bambini. Nel mondo ci sono piccole comunità cristiane che hanno bisogno di essere accompagnate nella crescita, difese, sostenute anche con l’invio e la formazione di personale apostolico. C’è bisogno di sostenere le Chiese del Sud del mondo anche nelle loro difficoltà materiali per la formazione dei seminaristi, per le strutture necessarie all’evangelizzazione, là dove mancano chiese e luoghi per riunire e formare i fedeli. La Giornata missionaria mondiale è anche un’occasione per aiutare e sovvenire a queste necessità, mentre noi Chiese di antica evangelizzazione abbiamo bisogno di ricevere nuovo vigore dalle Chiese più giovani per uno slancio di una nuova evangelizzazione come san Giovanni Paolo II ci ripeteva all’inizio del terzo millennio della fede cristiana.
Vescovo ausiliare di Napoli e presidente della
Commissione episcopale
per l’evangelizzazione
dei popoli e la cooperazione tra le Chiese

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