Marco Mengoni conquista gli stadi

“Marco negli Stadi 2025” è un’esperienza immersiva, multisensoriale e profondamente emotiva che mescola potenza vocale, teatralità e una visione artistica consapevole
July 14, 2025
Marco Mengoni conquista gli stadi
Comunicarlo | Un concerto di Marco MEngoni
Marco Mengoni torna negli stadi con uno show che definire un concerto sarebbe riduttivo. “Marco negli Stadi 2025” è un’esperienza immersiva, multisensoriale e profondamente emotiva che mescola potenza vocale, teatralità e una visione artistica consapevole, matura, coraggiosa. Partito il 26 giugno dallo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli, appena passato trionfante con due date sold out a San Siro, sarà negli stadi il 17 luglio a Padova e poi Bari e Messina (nell’attesa del tour autunnale nei palazzetti), celebra i 15 anni di carriera dell’artista. La tappa di San Siro, una delle più attese e acclamate, è stata la dimostrazione definitiva di ciò che Mengoni rappresenta oggi: un artista totale, capace di dominare uno stadio con la sola voce e, allo stesso tempo, con un impianto scenico imponente e raffinato. L’accoglienza del pubblico milanese è da standing ovation continua: entusiasmo alle stelle, cori, commozione e pura partecipazione emotiva. Perché “Marco negli Stadi 2025” non è solo uno show di altissimo livello tecnico – lo è senza dubbio – ma è anche, e soprattutto, un racconto. La narrazione, ispirata alla struttura del teatro greco, si articola in capitoli: prologo, parodo, episodi, stasimi, esodo e catarsi. Su un palco che si apre tra rovine e simboli di decostruzione, Mengoni mette in scena un viaggio esistenziale che tocca la fragilità, la solitudine, l’egoismo e la rinascita. Ogni passaggio è accompagnato da una cura maniacale di ogni dettaglio, dalle scenografie ai costumi, fino alla regia delle luci e dei movimenti scenici. L’artista ha messo mano personalmente a ogni aspetto dello show, rendendolo una vera e propria estensione di sé, del suo pensiero e della sua visione del mondo. Le coreografie di Daniele Sibilli con 10 performer in scena – perfette, mai eccessive, sempre funzionali alla narrazione – costruiscono un contrappunto fisico al canto. Non si tratta di semplice “spettacolo”, ma di teatro visivo che accompagna, esalta e arricchisce i brani. E questi brani – che uniscono con maestria pop, soul e R’n’B – restano il cuore pulsante del tour. Mengoni canta divinamente. La sua voce, potente, duttile, emozionante,non perde mai in precisione o intensità. Dalle hit che hanno fatto la sua storia come L’essenziale, Guerriero e Ti ho voluto bene veramente, fino a brani più recenti come Due vite, Un fiore contro il diluvio e La casa azul, ogni pezzo è reinterpretato con nuovi arrangiamenti che ne rivelano sfumature inedite, frutto di una direzione musicale condivisa con Giovanni Pallotti e Francesco Fugazza. Le cover, inserite con intelligenza nella narrazione, non spezzano il ritmo ma ne amplificano il significato. San Siro ha assistito a un Mengoni al massimo della forma. Carismatico, empatico, presente. La sua capacità di coinvolgere il pubblico è autentica, mai forzata. È un cantautore che conosce il valore delle parole e il peso delle emozioni, che sa circondarsi di ottimi autori, che sa commuovere e commuoversi.

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