sabato 12 novembre 2005
La preghiera di amore è così forte da influenzare sensibilmente il corso della storia e da ridurre la grandezza della cattiveria umana. Ho visitato tantissimi paesi, ho ammirato capolavori innumerevoli del genio umano e contemplato paesaggi indimenticabili. Ebbene, se dovessi tra questi ultimi indicarne uno che mi ha quasi mozzato il fiato, potrei subito ricorrere a certi scorci della penisola del monte Athos: sguardi su cielo, terra, mare e sull'infinito e l'eterno dei monasteri. In uno di essi visse Silvano, un monaco nato in Russia nel 1866 e morto nel 1938 all'Athos. L'archimandrita Sofronio raccolse nella biografia dedicata a questo mistico (ed. Gribaudi 1978) le sue parole ora tenere ora forti, sempre colme di amore per Dio e per l'umanità. Ne ho scelte alcune sulla «preghiera di amore», quella che si fa non per ottenere una grazia ma per invocare solo il Regno di Dio nella storia, per contemplare l'azione segreta di Dio nei cuori, per fissare lo sguardo nel volto del Signore. È, questa, la preghiera più alta e più pura e - afferma Silvano dell'Athos - ha in sé un'energia dirompente, capace di fermare il male del mondo. Forse se non precipitiamo nel baratro dell'odio assoluto, della morte e della dissoluzione, è perché sulla terra ci sono tante persone come Silvano che in silenzio coltivano la preghiera di amore che si irradia nell'oscurità degli eventi, frenando la corsa al male. Ho parlato prima dei paesaggi dell'Athos. Ecco come pregava Silvano: «Hai abbellito, o Dio, il cielo con le stelle, l'aria con le nuvole, la terra coi mari, i fiumi e i verdi giardini dove cinguettano gli uccelli, ma la mia anima ha amato solo Te».
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