Oltre i confini nelle culture: il Vangelo è saper amare
martedì 4 febbraio 2025
Chi crede ama, e chi ama non ha paura: non teme la violenza del mondo, non teme i confini, non di perdere se stesso e di offrirsi per Dio al prossimo, ovunque si trovi, in qualsiasi luogo viva. Fu proprio questa consapevolezza, radice di coraggio e determinazione, ad animare l’opera di san Giovanni de Britto, religioso gesuita e missionario in India, dove morì martire. Nato a Lisbona nel 1647, João de Brito crebbe a corte, ma dovette allontanarsi a causa di una malattia: la madre fece il voto di vestirlo con l’abito dei gesuiti per un anno se si fosse salvato. Giovanni, però, decise di diventare davvero gesuita ed entrò nella Compagnia a 16 anni. Nel 1647 era prete e, coltivando il sogno di imitare san Francesco Saverio e portare il Vangelo in Oriente, partì per l’India. Si dedicò all’evangelizzazione nei regni di Tangiore e Gingia, facendo propri lingue e costumi locali per poter conoscere meglio le persone a cui annunciava la fede cristiana. Giunto nel regno di Marava venne cacciato, ma, dopo un breve periodo in patria, vi ritornò, continuando a essere tramite di numerose conversioni, tra le quali anche quelle, eccellenti e “scomode” di un principe. Arrestato e condannato, fu decapitato a Oriur nel 1693. Fu beatifìcato da Pio IX il 21 agosto del 1853 e venne canonizzato da Pio XII il 22 giugno 1947. Altri santi. Sant’Eutichio, martire (I sec.); san Gilberto di Sempringham, sacerdote (1083-1189). Letture. Romano. Eb 12,1-4; Sal 21; Mc 5,21-43. Ambrosiano. Sir 39, 12-22; Sal 32 (33); Mc 6, 1-6a. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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