domenica 6 novembre 2005
Il risultato positivo dei progetti programmati con cura è sempre scambiato per fortuna dagli stupidi. I progetti sono promesse che la fantasia fa al cuore; e il cuore non rifiuta mai questi regali pericolosi. Ormai è divenuta per me una deformazione professionale: in ogni lettura che faccio, l'occhio si ferma su frasi che possano essere adatte a diventare il soggetto di un "Mattutino". Ieri mi sono venute incontro queste due frasi che hanno un denominatore comune: il tema del "progetto". La prima è presente nel romanzo Il bacio della violenza di un noto "giallista" americano, Dashiell Hammett, il creatore del "duro" Sam Spade. Gli stupidi non sanno che per raggiungere nella vita risultati efficaci è necessario un paziente lavoro di progettazione e programmazione. Pensano, invece, che basti solo la fortuna (intendiamoci, anch'essa può avere una sua parte). La serietà nella formazione, l'apprendistato severo, l'affinamento della preparazione sono purtroppo qualità sempre meno stimate e praticate. L'improvvisazione e la superficialità regnano sovrane ed è ad esse che - purtroppo! - spesso arride la fortuna. Ma a questo punto bisogna anche riconoscere che ha una sua verità l'altra frase che è di uno scrittore francese "minore", Jean-Louis Vaudoyer (1883-1963). Egli ci mette in guardia sul rischio opposto, quello del fare progetti sempre più alti e vasti col pericolo di trasformarli in illusioni. Sono simili a castelli di carte che incantano per la loro armonia ma hanno la consistenza di un sogno. Basta un colpo di vento della realtà per dissolverli facendoci passare dall'illusione alla delusione.
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