Una preoccupante confusione tra reale e virtuale: è il nichilismo dei «puri»
Temo la smaterializzazione della nostra civiltà e delle nostre abitudini quotidiane come un virus culturale che potrà portarci (spero di no) ai confini di una civilizzata barbarie. Tutto o quasi avviene attraverso la mediazione di tecnologie che sostituiscono le cose reali con la loro immagine. In guerra e in pace, lanciando missili o compiendo operazioni finanziarie, il nostro sguardo fissa un video o un display. Ci basta dare un colpetto sulla tastiera e la cosa avviene: istantaneamente, a distanza, senza coinvolgimento fisico. L'ebbrezza da onnipotenza digitale comincia con l'infanzia e l'adolescenza, passando attraverso l'apprendistato dei videogiochi. La familiarità con qualunque oggetto reale e tridimensionale diminuisce. Si indebolisce la percezione diretta dell'ambiente circostante attraverso i cinque sensi. Con la modernità tutto è stato reso più provvisorio e veloce. Ora, negli ultimi decenni, molte entità solide e l'intera vita sociale diventano "liquide", poi aeree, infine puramente visive e incorporee. Immagini fittizie e virtuali. I testi scritti perdono il loro carattere di stabilità e la loro autorità. Le opere d'arte non le vogliamo più permanenti e intoccabili. Le preferiamo manipolabili a piacere. Ogni limiti esterno, ogni resistenza oggettiva ci sembra una prepotenza della realtà ai nostri danni.
Questa graduale smaterializzazione e liberazione dell'esperienza dai confini spaziali e temporali potrà avere conseguenze imprevedibili sulla mente umana, sull'intera cultura e sui rapporti sociali. La libertà si rifugia in pratiche autistiche, che evitano ogni rischio e attrito. Gli altri tendono a diventare ombre o sagome mobili. E credo che la minaccia tocchi una delle idee centrali del cristianesimo: l'incarnazione. Oggi si annuncia un nichilismo di "puri spiriti" ubiqui e cancellabili. Ma i morti e la violenza sono reali. L'enorme massa di rifiuti (anche elettronici) che produciamo, nessuno li farà sparire spingendo un tasto, né la natura smetterà di ricordarci che non siamo padroni del mondo.
Questa graduale smaterializzazione e liberazione dell'esperienza dai confini spaziali e temporali potrà avere conseguenze imprevedibili sulla mente umana, sull'intera cultura e sui rapporti sociali. La libertà si rifugia in pratiche autistiche, che evitano ogni rischio e attrito. Gli altri tendono a diventare ombre o sagome mobili. E credo che la minaccia tocchi una delle idee centrali del cristianesimo: l'incarnazione. Oggi si annuncia un nichilismo di "puri spiriti" ubiqui e cancellabili. Ma i morti e la violenza sono reali. L'enorme massa di rifiuti (anche elettronici) che produciamo, nessuno li farà sparire spingendo un tasto, né la natura smetterà di ricordarci che non siamo padroni del mondo.
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