«Troppo accade come nel 1922». Non si può stare alla finestra»
sabato 3 febbraio 2018

Caro direttore,

è diffusa la sensazione di trovarsi in una situazione grave. L’Europa è discorde, l’unità mondiale delle Nazioni è un mito, la povertà pesa, le disuguaglianze aumentano, i nazionalismi divampano, in Italia scontiamo le spese del passato e la crisi economica, i partiti maggiori non collaborano tra loro. Ed ecco spuntare in una manciata di anni un movimento nuovo, che promette di cambiare tutto: darà lavoro, soldi, prospettive ai giovani e garantisce di far rinascere la Nazione. Molta gente ci crede e altri, sprezzando il “vecchio”, votano il “nuovo” a occhi chiusi. Fanno gruppo, inoltre, i soliti carrieristi. Mi agghiaccia cuore e cervello la consapevolezza che tutto quanto ho esposto valga per oggi ma sia, parola per parola, ciò che accadeva nel 1922. La panacea del partito-risolvi-tutto non funziona.

Domenico Volpi

Già, non funziona, non funziona mai. E prima lo si capisce meglio è. Ma i movimenti sospetti nella pancia del nostro Paese sono più d’uno, caro e saggio amico. E non lo dico per tranquillizzare lei e ogni altro lettore, ma per spronare coloro che hanno testa e cuore a non distrarsi. Anche con una legge elettorale più che imperfetta, non è tempo di stare alla finestra sia come cittadini-elettori (resistendo alla tentazione del nonvoto) sia come portatori (sani) di opinioni chiare e di valori saldi.

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