Pillola dei 5 giorni dopo: più sole anche le ragazzine
martedì 13 ottobre 2020

L’abolizione totale della ricetta decisa dall’Aifa contro il parere Css Pochi giorni fa l’Aifa, l’agenzia di farmacovigilanza italiana, ha abolito la ricetta per le minorenni che chiedono la cosiddetta 'pillola dei cinque giorni dopo', un prodotto registrato come «contraccettivo di emergenza», da prendersi entro cinque giorni dopo un rapporto sessuale ritenuto 'a rischio' di gravidanza.

Si tratta di un prodotto per cui cinque anni fa il Consiglio superiore di Sanità, interrogato in proposito, ritenne di «non poter escludere un’azione antinidatoria», cioè di non poter escludere, in presenza di un embrione già formato, la possibilità di un precocissimo aborto. Il Css ritenne inoltre che «debbano essere prese tutte le precauzioni affinché risulti improbabile un’assunzione ripetuta nel breve termine del farmaco»; che «il farmaco EllaOne debba essere venduto in regime di prescrizione medica indipendentemente dall’età della richiedente» e che «il medico, nel caso esista la possibilità di una gravidanza già in atto al momento della prescrizione debba escludere la stessa mediante l’esecuzione di un test di gravidanza».

Già cinque anni fa Aifa tenne solo in minimo conto queste indicazioni, eliminando la necessità del test di gravidanza, non inserendo nel foglietto illustrativo le informazioni sulla possibile azione antinidatoria, togliendo la ricetta per le maggiorenni e mantenendola solo per le minorenni. Adesso Aifa ha eliminato anche quest’ultima disposizione, e sarebbe interessante conoscere la documentazione a supporto, offerta dalla casa farmaceutica che produce il prodotto. Significative le dichiarazioni dell’attuale direttore di Aifa, secondo cui la libera disponibilità di questa pillola sarebbe «uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze».

Non si capisce in che modo i sibillini «momenti critici » non siano più 'solo' a carico delle ragazze, visto che, 'grazie' a questa decisione anche una quindicenne può acquistare autonomamente il prodotto, senza dover intercettare nessun adulto con cui confrontarsi e condividere le comprensibili angosce dopo un rapporto sessuale 'a rischio', tranne il farmacista: con tutto il rispetto per questa professionalità, dubitiamo fortemente che al proprio turno in coda in farmacia la ragazzina in questione abbia animo, tempo e opportunità di spiegare e chiedere alcunché al professionista al di là del bancone.

E decisamente surreale appare la rassicurazione del direttore di Aifa, a proposito dell’evitare un uso ripetuto del prodotto: «Al momento dell’acquisto in farmacia il farmaco sarà accompagnato da un foglio informativo che ha lo scopo di promuovere una contraccezione informata ed efficace ed evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza». La suddetta quindicenne quindi, anziché confidarsi e confrontarsi con i propri genitori e, eventualmente, anche con un medico di fiducia, potrà prendere una libera decisione leggendo da sola o con le amiche ben due foglietti, quello illustrativo dentro la confezione del prodotto, e quello aggiuntivo dato dal farmacista insieme alla pillola.

Più avanti potrà anche consultare un apposito sito dell’Aifa, dicono. Queste le garanzie. Non si capisce dove sia l’eticità nel riversare sulle ragazzine tutta la responsabilità per scelte sulla propria vita affettiva e sessuale che possono segnare tutta la loro esistenza, a meno che - a pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca, diceva qualcuno - tale 'eticità' stia proprio nel diminuire sempre più il peso dei genitori nelle scelte educative dei propri figli, fino a mettere le condizioni per tenerli all’oscuro di quanto accade loro, specie nella sfera della sessualità.

Già, perché per l’antibiotico per la gola la ricetta continuerà a essere necessaria, ma per questa pillola no, il che dà la misura dell’idea di famiglia alla base di queste decisioni: un luogo che deve accudire solo fisicamente. Per tutto il resto la famiglia è bene escluderla, e che i ragazzi siano lasciati liberi, cioè soli, affidati alle spinte della mentalità che va per la maggiore, e del mercato.

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