sabato 12 marzo 2011
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Le forze di Muammar Gheddafi avanzano verso Est, avvicinandosi sempre più alla Cirenaica «liberata». Il Colonnello sta ribaltando la situazione a lui sfavorevole fino a qualche giorno fa schiacciando con la capacità militare del regime i rivoltosi che pure resistono in tante parti del Paese. Anche ieri gli scontri si sono concentrati a Ras Lanuf, strategico nodo petrolifero nel Golfo della Sirte e “porta” della Cirenaica. Le truppe governative hanno messo in atto una manovra a tenaglia che ha fatto capitolare la città: dal deserto sono entrati nella periferia 150 uomini appoggiati dai carri armati, mentre sul litorale si sono appostate quattro navi che hanno preso a martellare la costa. Poco più tardi, è cominciata ance l’offensiva dal cielo: i caccia hanno fatto raid sui checkpoint istituiti dai ribelli a est della città e sono andati anche oltre la linea del fronte, sganciando bombe sulla città di Uqaylah. Secondo al-Jazeera sono sei le persone morte negli scontri.La tv di stato ha mostrato le prime immagini delle brigate del rais nel centro abitato di Ras Lanuf. E ha inquadrato alcuni residenti che festeggiavano l’ingresso delle truppe di regime. I ribelli, in serata, hanno detto di essere riusciti a mantenere sacche di resistenza nel centro della città. Ma da Ral Lanuf, come da Zawia (la città riconquistata giovedì dai governativi) sono arrivati appelli alla Comunità internazionale affinché istituisca una zona interdetta al volo. «Tutto ciò che vogliamo – hanno spiegato i rivoltosi a Zawia – è una no-fly zone per impedire a Gheddafi di far volare i suoi aerei». Mentre la Comunità internazionale valuta la possibilità, il rais attacca anche sul fronte “esterno”. Ieri ha minacciato l’Europa di ritirare il sostegno della Libia alla guerra contro il terrorismo internazionale e di bloccare qualsiasi forma di prevenzione dei flussi migratori clandestini, sottoponendo la Ue a una «invasione» di terroristi. «Se l’Europa non non appoggia il ruolo attivo della Libia nella lotta contro l’immigrazione e come garante della stabilità in Nord Africa – ha detto il Colonnello all’agenzia ufficiale Jana –, la Libia sarà obbligata a ritirare i suoi sforzi nella lotta contro il terrorismo e a cambiare completamente la sua politica verso al-Qaeda». «Milioni di neri affluiranno verso l’Europa», ha concluso Gheddafi.Oltre alla tv di Stato, il regime utilizza per la propaganda anche Sms “di massa”. Ieri i cittadini libici si sono visti recapitare sul cellulare alcuni messaggi in cui veniva comunicato che le città della Cirenaica in mano agli insorti, in particolare Bengasi e Ajdabiya, «verranno a breve riconquistate». Nell’ovest del Paese, invece, continua a regnare una calma assurda. Ieri, venerdì di preghiera, la capitale era deserta e “isolata”. I miliziani del regime controllavano i punti nevralgici, tenendo ben lontani i giornalisti. Le connessioni a Internet andavano a rilento e Facebook e Twitter erano inaccessibili.«La gente ha paura, sta chiusa in casa – ha raccontato monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, all’agenzia Fides –. Si vuol dare l’impressione di una vita normale, ma la situazione non è certo normale». Intanto, sono stati liberati i tre militari olandesi catturati a Sirte il 27 febbraio durante le operazioni di evacuazione di alcuni connazionali. Hanno già lasciato la Libia.
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