Quei messaggi nella busta del Papa
La Sala stampa della Santa Sese lo definisce un «piccolo dono»: piccolo, d’accordo, ma denso di significati. Perché nella busta che il Papa farà consegnare sotto Natale a 2.000 poveri «incontrati o assistiti» dall’elemosiniere pontificio monsignor Konrad Krajewski nelle sue missioni caritative a Roma c’è un tesoro semplice ed eloquente. A cominciare dalla busta stessa, «affrancata con francobollo vaticano», pensata per «spedire auguri o saluti a familiari o amici». Una volta aperta, la busta rivela poi la sorpresa imprevedibile: carte telefoniche per chiamare una casa che si suppone lontana, e che immaginiamo incredula di sentire la voce di quel proprio caro di cui forse si erano perse le tracce, affondato nelle sabbie mobili dell’indigenza più assoluta, chissà dove.
Ma non è finita. Perché insieme alla carta telefonica ecco spuntare dalla busta pontificia riservata ai più marginali tra gli esclusi anche biglietti del metrò, per non doversi trascinare da un capo all’altro di Roma con il proprio fardello di miseria, e un biglietto natalizio firmato dal Papa. Sarebbe un tesoro anche per chi fosse più abbiente, per un povero vuol dire un messaggio che va dritto al cuore. Perché con quella busta affrancata il Papa mostra di conoscere e capire ciò che a un povero, un immigrato, un clochard manca forse più ancora di un pasto soddisfacente: la possibilità di mandare notizie di sé a chi le attende insonne da chissà quanto tempo, di sentire una voce cara, di potersi muovere per la metropoli da cittadino come gli altri e non da reietto, di ricevere un saluto personale da una figura che tutti sentono vicina, come Francesco.
Il Papa che non si limita a un generico attestato di solidarietà ma si mette nei panni di chi vive nella precarietà più assoluta compie un gesto che dà vita a quel che scrive nella Evangelii gaudium, al numero 48: «Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli». Possiamo solo immaginare la commozione di Bergoglio quando le persone umili assistite ogni giorno dal Dispensario pediatrico Santa Marta in Vaticano gli hanno fatto trovare ieri, in aula Paolo VI, una torta per il suo compleanno, che cade martedì. Un dialogo di gesti, nel quale abbiamo tanto da imparare.
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