lunedì 9 maggio 2022
Fino a giovedì il tradizionale appuntamento dedicato alla costruzione europea Gli studenti di tutta Europa chiedono il “cessate il fuoco”. Nei territori cresce la mobilitazione
A Bruxelles tanti i giovani per la pace in occasione della Giornata dell’Europa

A Bruxelles tanti i giovani per la pace in occasione della Giornata dell’Europa - Epa, Ansa

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Per la pace. Quest’anno più che mai diventa importante l’appuntamento di Ventotene Europa festival, che si celebra ogni anno sulla piccola isola che ha dato i natali al Manifesto federalista, organizzato dall’associazione La Nuova Europa. Sullo sfondo di dibattiti, incontri e convegni della sesta edizione - che animeranno l’appuntamento fino a giovedì - 50 studenti liceali provenienti da tutta Europa si confronteranno sul tema centrale della pace. Ovvero quel desiderio comune di un cessate il fuoco che sarà messo nero su bianco dagli studenti, in un documento che verrà poi consegnato alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
«Di fronte all’invasione russa dell’Ucraina, i valori contenuti nel Manifesto di Ventotene sono più attuali che mai» sottolinea il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel messaggio inviato in occasione dell’apertura del Festival. «È una splendida occasione per riflettere sul ruolo dell’Unione Europea e sugli ideali che la animano», aggiunge Draghi. «Il sogno di Altiero Spinelli di una Federazione europea nasce come reazione alla crisi del modello di stato nazionale di inizio Novecento, all’isolazionismo del ventennio fascista e agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. I federalisti vedevano nello sviluppo di una coscienza europea diffusa una parte fondamentale del loro progetto», aggiunge il premier. «Anche oggi l’integrazione europea deve essere partecipata per funzionare. Incontri come quello di questi giorni sono cruciali per far crescere la consapevolezza della nostra contestuale appartenenza alle rispettive comunità nazionali e a quella europea. Il ritorno a casa della prima copia del Manifesto è l’occasione per rinnovare il nostro impegno a favore della libertà, della democrazia, della pace».
Tra gli ospiti della manifestazione anche il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, il sottosegretario alle Politiche Europee Enzo Amendola, l’ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea Romano Prodi.
Intanto a scendere contro la guerra e le armi, in nome della pace, ci sono anche diversi consigli comunali. Un grido di speranza che si alza dai territori e che chiede al governo di agire affinchè cessi il fuoco. Dopo la mozione discussa a Rovereto («Città della pace e della campana dei Caduti» in Trentino), ecco Marcellinara, un piccolo comune con poco più di 2mila abitanti in provincia di Catanzaro. «Nella seduta del consiglio comunale del 30 aprile scorso abbiamo approvato all’unanimità una mozione di condanna della guerra in Ucraina e delle guerre in genere – informa il consigliere comunale Francesco Rizzuto – Condanniamo l’intervento militare russo ma anche l’espansionismo Nato, deploriamo le sanzioni e l’invio di armi all’Ucraina. Il nostro vuole essere un messaggio di pace senza se e senza ma».
Anche ad Alessandria della Rocca, «un piccolo comune dell’entroterra agrigentino», il consiglio comunale ha approvato a maggioranza una delibera contraria alle forniture di armamenti. «Una decisa volontà istituzionale che si orienta verso la diplomazia e un accordo di pace» spiega Salvatore Mangione presidente del Consiglio del Comune. La delibera invita «il governo ad una forte sensibilizzazione per riaprire i negoziati di pace».
Si è infine conclusa la spedizione organizzata nell’ambito del Progetto Mean-Movimento Europeo di Azione Nonviolenta in Ucraina. «Tre giorni per incontrare la società civile ed alcuni rappresentanti delle autorità locali e della Chiesa greco-ortodossa e capire insieme se e come sia possibile organizzare azioni nonviolente per promuovere la pace, anche attraverso operazioni di evacuazione di civili, soprattutto quelli più fragili, come i bambini ed i pazienti psichiatrici» spiega il portavoce del movimento, Angelo Moretti che racconta del «sentiment degli ucraini, della loro volontà di costruire la pace, ma anche della grande difficoltà a far dialogare le parti, l’aggressore e l’aggredito».
Ma ieri i giovani sono stati anche i principali animatori delle piazze che hanno festeggiato nelle principali città europee la Giornata dell’Europa. I giovani che anche a Roma, diranno "No alla guerra". La mobilitazione dei Giovani per la Pace della Comunità di Sant’Egidio farà tappa stamattina alle 10.30 ai piedi del Castel Sant’Angelo, dove la statua dell’arcangelo Michele, che rinfodera la spada, ricorda la fine della peste che nel 590 si era abbattuta su Roma. «La guerra è come la peste – dicono i promotori del Peace Mob – e speriamo che finisca al più presto come finì all’epoca. Al terzo mese di conflitto, infatti, il rischio di abituarsi alle terribili scene di morte e distruzione che giungono dall’Ucraina e da altre zone di conflitto è forte e va contrastato».
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