mercoledì 13 settembre 2017
SVizzero, 70 anni, ricopriva dal 2012 l'analogo incarico in Argentina. Subentra a Bernardini, di cui fu successore anche a Buenos Aires.
Papa Francesco con il nuovo nunzio in Italia, Emil Paul Tscherrig (Ansa/Osservatore Romano)

Papa Francesco con il nuovo nunzio in Italia, Emil Paul Tscherrig (Ansa/Osservatore Romano)

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La nunziatura in Italia volta ora pagina e si dota di un diplomatico di lungo corso non italiano che ha dato in passato prova di grande equilibrio. Un nunzio apostolico svizzero. E ben conosciuto da papa Francesco: il diplomatico settantenne Emil Paul Tscherrig, nunzio in Argentina dall’inizio del 2012 prende le redini della rappresentanza del Papa in Italia e presso la Repubblica di San Marino. Ieri la nomina ufficiale resa nota dalla Santa Sede.

Ad annunciare tale avvenuta storica decisione era già stato tuttavia, il primo settembre scorso, il Congresso di Stato della Repubblica di San Marino che aveva pubblicamente «espresso il gradimento alla nomina nella seduta del 28 agosto».

L’arcivescovo Tscherrig era stato in udienza da papa Francesco quattro giorni prima, il 24 agosto, e in quell’occasione aveva ricevuto il suo nuovo incarico. Per la prima volta, quello in Italia non è più italiano, come tutti i predecessori dal 1929 quando, dopo i Patti del Laterano, iniziarono i rapporti diplomatici tra le due rive del Tevere. In genere infatti i nunzi hanno una nazionalità diversa rispetto al Paese dove operano per garantirne la libertà di giudizio. L’Italia però è stata una sistematica eccezione per 88 anni: attraverso il fa- scismo, l’occupazione tedesca di Roma, la fine della monarchia, la Repubblica. L’eccezione italiana di un nunzio italiano a Roma si motivava dal carattere particolare dell’Italia e degli ecclesiastici italiani per via dei rapporti particolari che c’erano tra Italia e Santa Sede.

Tscherrig rappresenta la fine di questa eccezione, nel rappresentare la Santa Sede anche presso la Chiesa locale, occupandosi della procedura di nomina dei nuovi vescovi in tutte le diocesi che fanno parte dello Stato di sua competenza e nella direzione di una Chiesa in uscita. È significativo che l’ex nunzio a Buenos Aires prenda il posto di monsignor Adriano Bernardini, dimissionario per limiti d’età del quale era stato suo successore a Buenos Aires per volere di Benedetto XVI e ora subentra nuovamente al suo incarico come rappresentante diplomatico del Pontefice succedendogli alla nunziatura di via Po a Roma.

Era noto che Bernardini, all’epoca in cui prestava servizio a Buenos Aires, non avesse avuto sempre ottimi rapporti con l’allora arcivescovo Bergoglio, soprattutto in tema di nomine episcopali e molti si attendevano che, una volta divenuto Papa, Francesco lo avrebbe presto sostituito dalla sede a Roma. Invece per oltre quattro anni e dunque fino alla fine del suo mandato, l’arcivescovo Bernardini è rimasto al suo posto.

Nominato arcivescovo titolare di Voli il 4 maggio 1996 e ordinato il 27 giugno 1996 Tscherrig ha lavorato dapprima in Segreteria di Stato come assistente di padre Roberto Tucci nella preparazione dei viaggi apostolici fuori Italia poi è diventato nunzio apostolico in Burundi nel 1996, in diversi paesi dell’area centro-americana e delle Antille a partire dal 2000, in Corea e Mongolia nel 2004, in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia nel 2008. Quindi dal 5 gennaio del 2012 in Argentina, dopo l’incarico mantenuto per otto anni da monsignor Bernardini e dopo che nella storia di quella nunziatura, tutti i rappresentanti pontifici, ad eccezione di uno spagnolo, erano stati italiani. L’allora arcivescovo di Buenos Aires, ha dunque avuto modo di conoscerlo personalmente e di osservarlo da nunzio apostolico in Argentina, maturando un rapporto di fiducia che poi è continuato quando questi è stato eletto Papa. All’inizio del suo pontificato Tscherrig si è impegnato nelle relazioni tra la presidenza Kirchner e papa Francesco, con un paziente lavoro di cucitura. E a Tscherrig il Papa si è rivolto anche quando si è trattato di alcuni incontri di mediazione in merito al Venezuela.

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