giovedì 3 ottobre 2019
Nel presentare l’assemblea il cardinale Baldisseri ha sottolineato la sua universalità. Hummes: pochi i ministri ordinati nella regione ma questo non è luogo per ridiscutere i ministeri nella Chiesa
Bambini dopo un'esondazione fluviale in Amazzonia

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«Anche se si focalizza l’attenzione su un territorio specifico, ogni Sinodo riguarda sempre e comunque la Chiesa universale. Per questo motivo la fase celebrativa viene tenuta a Roma, sede del successore di Pietro, e non in qualche luogo della Regione panamazzonica». Sono questi i battenti con i quali il segretario generale del Sinodo dei vescovi, il cardinale Lorenzo Baldisseri, ha aperto la presentazione dell’ormai prossima assemblea speciale del Sinodo dei vescovi sul tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”, che si svolgerà in Vaticano dal 6 al 27 di questo mese. Il porporato ne ha spiegato in dettaglio anche composizione e svolgimento, accanto all’opera di un artista brasiliano intitolata The tree of life, che raffigura un albero fatto da una miriade di altri alberi e persone. «Del resto – ha detto Baldisseri citando il discorso di papa Francesco a Puerto Maldonato il 19 gennaio 2018 – la difesa della vita, della terra e delle culture sono inestricabilmente intrecciate. Perché le stesse modalità di annuncio del Vangelo non possono prescindere dal rapporto con la natura, le culture, le società in cui esso si attua».

Insieme a Baldisseri erano presenti anche il relatore generale del Sinodo, il cardinale Cláudio Hummes, presidente della Rete ecclesiale panamazzonica e il vescovo Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei vescovi. Saranno 184 i padri sinodali, 55 gli uditori, 35 le donne chiamate come uditrici – in numero superiore rispetto agli altri Sinodi – 25 gli esperti, 12 gli invitati speciali, «il numero più alto finora fra i partecipanti a un’Assemblea speciale», è stato precisato. «Sono convocati tutti i presuli della Regione – è stato spiegato – vi partecipano inoltre vescovi provenienti da altre Chiese particolari. È tutta la Chiesa che mostra la sua sollecitudine per l’Amazzonia: per le difficoltà, i problemi, le preoccupazioni e le sfide che in essa si riscontrano, ma anche essendo pronta ad accogliere il contributo per un’esistenza migliore che da essa può giungere».

Rispondendo alle domande dei giornalisti Hummes ha sottolineato che il documento su cui lavoreranno nel Sinodo è il frutto dell’ascolto delle istanze che vengono dal basso: 170 assemblee hanno caratterizzato questi due anni di preparazione, 80mila le persone interpellate: «È la voce della Chiesa locale, della gente, della loro storia e della terra. La Chiesa li ha invitati a parlare e loro hanno parlato: se il Sinodo l’ha fatto, è perché vuole ascoltare sul serio. Questo è un cammino sinodale e dobbiamo ascoltare davvero, come dice il Papa. Speriamo che il Sinodo sarà “cum Petro” e “sub Petro” anche da parte di chi ha opinioni diverse». «Nella Chiesa c’è libertà di espressione.

Ciascuno poi risponde alla propria coscienza, oltre che all’opinione pubblica e naturalmente al Signore» ha poi risposto ai giornalisti Baldisseri in merito alle critiche sull’Instrumentum laboris, da alcuni tacciato perfino di eresia. «Ma questo non è un documento pontificio – ha risposto il cardinale – è una raccolta delle domande che vengono dal popolo amazzonico e noi dobbiamo registrare questo». «È necessario ascoltare e non giudicare – ha puntualizzato – perché l’Instrumentum laboris non è un documento magisteriale, ma un documento di lavoro che sarà dato ai padri sinodali e sarà la base per cominciare i lavori e costruire da zero il documento finale». E «non credo sia opportuno dare giudizi su un documento che non è un documento pontificio», ha commentato infine, ricordando che «anche il documento finale del Sinodo è consultivo», per aiutare il Papa affinché «lui decida se fare un’istruzione, una lettera apostolica o un’esortazione apostolica post-sinodale».

Un’altra delle questioni sollevate è stata quella della scarsità di ministri ordinati, una delle emergenze pastorali della regione. Il 70-80 per cento delle comunità all’interno dell’Amazzonia brasiliana – ha detto il cardinale Hummes – ha poca vita sacramentale, a parte il Battesimo e il matrimonio. Mancano i sacramenti. I sacramenti sono i mezzi per praticare la Parola: poche persone, nella regione amazzoniche, hanno la possibilità di accedere alla Comunione, ma la Chiesa vive di Eucaristia e l’Eucaristia edifica la vita della Chiesa».

Questa è la situazione. E prendendone atto, c’è in merito un accenno al n. 129 dell’Instrumentum laboris. «Per le zone più remote della regione – si legge infatti nel documento – si studi la possibilità di ordinazione sacerdotale di anziani, preferibilmente indigeni, rispettati e accettati dalla loro comunità, sebbene possano avere già una famiglia costituita e stabile, al fine di assicurare i Sacramenti che accompagnano e sostengono la vita cristiani». Su questo come sugli altri punti dell’Instrumentum laboris, ha ricordato infine Baldisseri, «i padri sinodali sono liberi di discutere e di fare proposte». «Ma questo non è un Sinodo per ridiscutere i ministeri nella Chiesa» ha aggiunto Hummes parlando del ruolo delle donne, la cui presenza nella Chiesa amazzonica è di grande importanza: «Fanno un lavoro eccezionale nelle comunità e chiedono che questo sia riconosciuto, ed abbiano una forma più autorevole per lavorare. Tante sono state uccise. Noi vescovi tutti siamo loro riconoscenti».

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